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Secondo il gip i quattro fermati hanno tentato di ucciderlo perché si erano «certamente» prefigurati che il pestaggio e soprattutto le coltellate, «avrebbero potuto produrre conseguenze mortali», anche in considerazione della «loro superiorità numerica e della violenza della loro azione».
Il giudice parla, infatti, di «dolo alternativo», ossia del fatto che i fermati avevano previsto la possibilità che il giovane sarebbe potuto morire. Anche per questo i 4 restano in carcere.
Davide Caddeo, il 29enne accusato di aver sferrato gli otto fendenti (difeso dal legale Antonella Bisogno), Alessandro Ferzoco, difeso dall'avvocato Mirko Perlino, e gli albanesi Andi Arapi (con l'avvocato Simona Uzzo) e Albano Jakei (con il legale Daniele Barelli), che hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.