Migranti scaricati in Italia, Salvini non accetta le scuse: «Francia vomitevole, ora spieghi»

Migranti scaricati in Italia, Salvini alla Francia: «Non accettiamo le scuse, offesa senza precedenti»
Migranti scaricati in Italia, Salvini alla Francia: «Non accettiamo le scuse, offesa senza precedenti»
Martedì 16 Ottobre 2018, 09:53 - Ultimo agg. 16:02
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«Non accettiamo le scuse della Francia». Matteo Salvini rispedisce al mittente il messaggio di scuse ufficiali arrivate da Parigi dopo il caso dei migranti scaricati con un furgone della gendarmerie a Claviere, dentro ai confini italiani e filmato dalla digos di Torino. L'Eliseo ribadisce che si è trattato di un incidente.

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«Chi erano questi immigrati?  - chiede il capo del Viminale - Da dove venivano? Perché sono stati abbandonati? E ancora: per la civile Parigi è normale scaricare delle persone nei boschi? Perché i francesi parlano di 'gendarmi che non conoscevano la strada', se poi il furgone è rientrato nel proprio paese a gran velocità e senza esitazioni? Andremo fino in fondo», conclude il ministro.

«La cooperazione tra Francia e Italia sulla migrazione è importante. Faremo in modo che questi incidenti non accadano più», replica la ministra francese degli Affari europei, Nathalie Loiseau. «Dalle prime informazioni» sul caso Claviere «si tratta di gendarmi arrivati da poco nella regione, che hanno avvertito la polizia italiana. Sono entrati senza volerlo in Italia. Abbiamo disposto un'inchiesta e un'ispezione. È stato un evento accidentale».

«Abbandonare degli immigrati in un bosco italiano non può essere considerato un errore o un incidente. Quanto successo a Claviere è un'offesa senza precedenti nei confronti del nostro Paese, e mi chiedo se gli organismi internazionali - a partire dall'Onu fino all'Europa - non trovino "vomitevole" lasciare delle persone in una zona isolata senza assistenza. Siamo di fronte a una vergogna internazionale, e il signor Macron non può far finta di nulla. Non accettiamo le scuse, attacca Salvini.


Oggi il premier Conte, 
intervenendo in Aula al Senato., ha sottolineato: «Serve una equa condivisione delle responsabilità e dobbiamo consolidare quel cambio di paradigma sancito all'ultimo Consiglio. Sino a quando non avremo garanzie su questo punto non accetteremo a scatola chiusa soluzioni sui movimenti secondari, che stanno a cuore ad altri Paesi».

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