Manda la figlia cieca a mendicare,
revocata la patria potestà ai genitori

Il tribunale per i minori di Roma
Il tribunale per i minori di Roma
di Pierfederico Pernarella
Martedì 6 Dicembre 2016, 14:07 - Ultimo agg. 21:52
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La vita aveva deciso di darle il benvenuto nel peggiore dei modi. Condannandola alla cecità a causa di un tumore alle cornee che ne ha reso necessaria l’asportazione appena nata. Purtroppo non era abbastanza. Come se non fosse bastato quel grave handicap, Anita (il nome è di fantasia) non ha potuto contare sulle cure dei propri genitori, che spettano di diritto ad ogni bambino, a maggior ragione per una nella sua situazione. L’epilogo della storia di Anita è arrivato nei giorni scorsi con la decisione del Tribunale per i minorenni di Roma di revocare la patria potestà ai due genitori, di 56 anni lui e di 43 lei, entrambi del Cassinate. Anita, che ora ha 15 anni, è stata affidata ai nonni e allo zio materni, nominati tutori legali e assistiti dagli avvocati Eliseo e Domenico de Francesco, dell’associazione Cammino - Camera nazionale avvocati per la famiglia e i minorenni. Il procedimento presso il tribunale dei minori ha preso il via nel 2014, quando il pubblico ministero ha chiesto ai giudici di verificare l’esercizio della responsabilità genitoriale. Alla base della richiesta iniziale c’era un episodio avvenuto nel luglio 2013 e oggetto di una querela del padre. L’uomo riferiva ai carabinieri di aver visto, al mercato settimanale di Cassino, la propria figlia chiedere l’ elemosina in compagnia di una donna rom conoscente della madre. La denuncia era stata corredata anche di foto. Altre foto, sempre scattate dal padre, mostravano delle ferite per le percosse ricevute dalla madre. L’uomo si era separato dalla moglie pochi mesi prima e la figlia era stata affidata alla mamma. Il padre, tuttavia, pur essendo a conoscenza di quella situazione, non è intervenuto per proteggere la figlia. Si era limitato a presentare una querela, salvo ritirarla poco tempo dopo. L’episodio dell’elemosina, nemmeno isolato (la bambina sarebbe stata mandata a mendicare in altri comuni della Ciociaria e anche in provincia di Latina), è stato il culmine di una serie di maltrattamenti (le cui conseguenze sono state limitate grazie all’intervento dei nonni e dello zio materni) che hanno portato all’apertura di una inchiesta del sostituto procuratore di Cassino, Francesco Cerullo, e sono ora oggetto di un procedimento penale pendente presso il tribunale della Città Martire. Nell’ambito del procedimento (nel corso del quale la ragazzina, ascoltata dal pm alla presenza di un psicologo, ha confermato tutti i soprusi subiti e ha chiesto di stare con i nonni) il giudice ha disposto il divieto di avvicinamento alla minore, ora superato dal provvedimento del tribunale dei minori, e anche il sequestro della pensione d’invalidità della minore che, stando agli accertamenti, non veniva utilizzata per i bisogni della bambina. Tanto che la stessa veniva mandata a chiedere l’ elemosina, assentandosi di frequente da scuola, anche per lunghi periodi. Non solo. Nel corso del procedimento presso il tribunale per i minori è emerso anche che una conoscente della mamma, ospitata a casa, ha fotografato la ragazzina, ormai di 13 anni, mentre faceva il bagno e ha messo le immagini su facebook. Un episodio sul quale la mamma e i nonni di Anita hanno presentato una denuncia. Tutti fatti che, per fortuna, riguardano il passato. Ora Anita è circondata dall’affetto e dalle attenzioni di chi la ama. In fondo, a lei, non serve altro.
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