Missione africana, altre truppe italiane in Libia e Tunisia

Missione africana, altre truppe italiane in Libia e Tunisia
di Ebe Pierini
Martedì 9 Gennaio 2018, 09:31 - Ultimo agg. 22:17
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L'Italia guarda all'Africa e soprattutto al Mediterraneo. È questa la strategia del nostro Paese in ambito militare e lo scorso 28 dicembre il Consiglio dei ministri, oltre a deliberare la prosecuzione delle missioni italiane all'estero già in corso, ha approvato il programma internazionale per il 2018. Dalla relazione emerge che i nuovi impegni militari si concentrano su un'area geografica, quella africana, ritenuta di «prioritario interesse strategico in relazione alle esigenze di sicurezza e difesa nazionali». Ci si concentrerà su attività finalizzate alla sicurezza e alla stabilità internazionali. In gergo tecnico si parla di interventi di capacity building. «Sulla base delle richieste della Libia stiamo intervenendo con una nave-officina insieme alle maestranze locali per rimettere in mare i mezzi navali libici, in modo che il controllo dei confini marittimi sia gestito», spiega il ministro della Difesa, Roberta Pinotti parlando dell'impegno militare italiano.

GLI ADDESTRATORI
Ma la novità è essenzialmente che l'Italia, dopo aver formato il personale della Guardia costiera libica, invierà ora addestratori a terra che provvederanno a consulenza, assistenza, supporto e mentoring a favore delle forze di sicurezza per far in modo che siano in grado di gestire le attività di controllo e contrasto dell'immigrazione e dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza. La missione prevede anche attività per il ripristino dell'efficienza dei principali assetti terrestri, navali e aerei, comprese le relative infrastrutture, funzionali allo sviluppo della capacità libica di controllo del territorio. Ai 300 militari autorizzati per la missione Ippocrate se ne andranno ad aggiungere un altro centinaio. In sostanza le unità previste sono 400 con una consistenza media annuale pari a 375 unità. Ad oggi in Libia sono presenti 267 soldati italiani. Gli attuali 103 mezzi terrestri presenti diventeranno 130. I mezzi navali ed aerei rimarranno quelli di Mare Sicuro. Per il 2018 il governo ha approvato anche la missione in Niger, con area geografica di intervento allargata a Mauritania, Nigeria e Benin. L'intervento militare rientra nell'ambito dello sforzo congiunto europeo e statunitense per la stabilizzazione dell'area e il rafforzamento delle capacità di controllo del territorio da parte delle autorità nigerine e dei Paesi del Sahel. Tra le finalità anche lo sviluppo di Forze armate nigerine, Gendarmeria nazionale, Guardia nazionale e Forze speciali della Repubblica del Niger per l'incremento di capacità volte al contrasto del fenomeno dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza.

I MEZZI
Per questa nuova missione è previsto l'invio di 130 mezzi terrestri. Saranno utilizzati anche due mezzi aerei. L'Italia prenderà inoltre parte ad una missione Nato di supporto in Tunisia per lo sviluppo di capacità interforze delle Forze armate tunisine. A richiedere il supporto per la costituzione di un comando interforze di livello brigata è stato proprio il Paese nordafricano. I nostri 60 militari svolgeranno attività di addestramento, consulenza e assistenza, supporteranno le unità delle forze di sicurezza tunisine. Oltre ai soldati è previsto anche l'invio di un mezzo aereo. La nuova missione in Libia sarà inoltre frutto della riconfigurazione di Ippocrate, che prevede attività di supporto sanitario e umanitario, e di alcuni compiti previsti dall'intervento in supporto alla Guardia costiera libica fino ad ora inseriti nell'operazione Mare Sicuro. 

 
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