Cassazione: “sì” al sequestro dei soldi della Lega

Cassazione: “sì” al sequestro dei soldi della Lega
Venerdì 13 Aprile 2018, 19:12
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Sequestrare i fondi della Lega. Arriva un “sì della Cassazione al ricorso presentato dalla procura di Genova, che chiedeva di estendere il blocco dei fondi anche alle somme che arriveranno in futuro nelle casse della Lega. La seconda sezione penale della Suprema Corte, al termine dell'udienza a porte chiuse, ha annullato con rinvio al Riesame l'ordinanza con la quale i giudici genovesi avevano fermato il sequestro. Bisognerà attendere le motivazioni per capire quali saranno le indicazioni della Cassazione al Riesame che dovrà rivalutare il caso.

IL SEQUESTRO
La vicenda parte dalla sentenza di primo grado nei confronti di Umberto Bossi e Francesco Belsito per la truffa allo Stato sui rimborsi elettorali da circa 49 milioni. La Cassazione ha anche rigettato il ricorso di Bossi contro il sequestro disposto nei suoi confronti.
La questione, portata davanti alla Suprema corte, riguardava la richiesta da parte dei pm genovesi di continuare a sequestrare tutti i fondi che in futuro dovessero arrivare nelle casse del Carroccio, fino al raggiungimento di circa 49 milioni, somma finita sui conti della Lega senza che il partito, secondo i giudici, ne avesse diritto perché ottenuti,  tra il 2008 e il 2010, grazie a rendiconti irregolari presentati al Parlamento. Denaro poi utilizzato, per la maggior parte, per le spese personali della famiglia Bossi. Lo scorso luglio, dopo le condanne di Bossi a due anni e due mesi e dell'ex tesoriere Belsito a quattro anni e dieci mesi, oltre a quelle per altri cinque imputati, la procura aveva ottenuto la confisca di quasi 49 milioni dai conti della Lega. Sui conti del Carroccio, però, c'erano solo due milioni, così i pm avevano chiesto più volte di poter sequestrare anche le somme che in futuro sarebbero entrate. I giudici del Riesame avevano negato tale possibilità, spiegando che il denaro andava cercato nei conti e tra gli immobili delle persone fisiche, in primis il Senatur e tutti gli altri. Ma poi è stato stabilito che a Bossi può essere prelevato solo il quinto del vitalizio da parlamentare europeo. E così la vicenda era finita davanti alla Cassazione.

IL RICICLAGGIO
Intanto uno degli ex revisori contabili della Lega ha presentato un esposto in procura e il procuratore aggiunto Francesco Pinto e il sostituto Paola Calleri hanno aperto una inchiesta per riciclaggio.
Gli accertamenti, per questo filone di indagine, riguardano il possibile reimpiego occulto dei «rimborsi truffa» ottenuti da Bossi e Belsito, secondo l'ipotesi accusatoria travasati attraverso conti e banche diverse, al fine di metterli al riparo da possibili sequestri. Secondo i pm, quei fondi sono stati incamerati, riutilizzati e forse messi al sicuro dai sequestri, consapevolmente dalla Lega durante le gestioni di Maroni e Salvini. Un arco temporale in cui il partito, che all'inizio si era costituito parte civile contro il suo fondatore, aveva rinunciato a ogni pretesa.
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