Lavagna, 16enne suicida per l'hashish: fu la madre a chiamare la Finanza

Lavagna, 16enne suicida per l'hashish: fu la madre a chiamare la Finanza
Mercoledì 15 Febbraio 2017, 18:24 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 09:42
4 Minuti di Lettura

«Vi vogliono far credere che fumare una canna è normale, che faticare a parlarsi è normale, che andare sempre oltre è normale. Qualcuno vuol soffocarvi». Lo ha detto durante i funerali del figlio, rivolgendosi ai giovani, Antonella Riccardi, la madre del 16enne che si è suicidato a Lavagna durante una perquisizione della Guardia di Finanza perché era stato trovato in possesso di 10 grammi di hashish. Fu lei a chiamare i militari per far perquisire l'abitazione: un particolare che finora non era emerso ma che viene confermato dal generale Renzo Nisi, comandante provinciale della Guardia di Finanza. «Si è rivolta a noi perché non sapeva più cosa fare per far smettere al figlio di farsi di spinelli»​, spiega.
 

 

«Quella di questo ragazzo - prosegue il comandante - è una famiglia da ammirare perché non ha fatto finta di nulla, perché ha avuto il coraggio di non nascondersi dietro a un problema. Un problema che c'era, anche banale, ma c'era. La mamma si è data da fare in tutti i modi e alla fine si è rivolta a noi». «Quello che è successo - sottolinea Nisi - è una cosa imponderabile, fuori da quello che umanamente uno si può immaginare. La mamma del giovane è venuta in caserma e ci ha detto che il figlio usava droghe leggere, che aveva paura che fosse finito in un brutto giro. Abbiamo capito che non ci trovavamo davanti a un criminale e siamo intervenuti quasi con una finalità pedagogica visto che erano appunto pochi grammi». «Noi siamo al servizio dei cittadini - conclude l'ufficiale - e capita a volte che siano gli stessi genitori a chiamarci per chiederci aiuto. Abbiamo agito con tutte le cautele del caso, ma è stato un fatto davvero imponderabile».

«Un pensiero particolare va alla Guardia di Finanza - ha detto la donna ai funerali rivolgendosi ai finanzieri in borghese presenti -. Grazie per avere ascoltato un urlo di disperazione di una madre che non poteva accettare di vedere suo figlio perdersi ed ha provato con ogni mezzo a combattere la guerra contro la dipendenza prima che fosse troppo tardi», ha detto quindi la donna . «Non c'è colpa né giudizio nell'imponderabile e dall'imponderabile non può che scaturire linfa buona con ancora più energia per la lotta contro il male, grazie».

E poi, rivolta ai ragazzi: «Diventate protagonisti della vostra vita e cercate lo straordinario. Straordinario è mettere giù il cellulare e parlarvi occhi negli occhi. Invece di mandarvi faccine su WhatsApp, straordinario è avere il coraggio di dire alla ragazza sei bella invece di nascondersi dietro a frasi preconfezionate».


«Straordinario è chiedersi aiuto proprio quando ci sembra che non ci sia via di uscita. Straordinario è avere il coraggio di dire ciò che sapete. Per mio figlio è troppo tardi ma potrebbe non esserlo per molti di voi, fatelo», ha detto la donna. «Noi genitori invece di capire che la sfida educativa non si vince da soli nell'intimità delle nostre famiglie, soprattutto quando questa diventa una confidenza per difendere una facciata, non c'è vergogna se non nel silenzio: uniamoci facciamo rete», ha aggiunto. «In queste ore ci siamo chiesti perché è successo, ma a cercare i perché ci arrovelliamo.
La domanda non è perché, ma come possiamo aiutarci. Fate emergere i vostri problemi»
.

«Le ultime parole sono per te, figlio mio. Perdonami per non essere stata capace di colmare quel vuoto che ti portavi dentro da lontano», ha concluso quindi la donna, che in chiesa era accompagnata dal padre adottivo del ragazzo e suo ex marito Marco Bianchi, rivolgendosi al figlio, «Voglio immaginare che lassù ad accoglierti ci sia la tua prima mamma e come in una staffetta vi passiate il testimone affinché il tuo cuore possa essere colmato in un abbraccio che ti riempia per sempre il cuore. Fai buon viaggio piccolo mio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA