L'assassino non è Massimo. L'assassino è fuori. Non è Massimo. «Per la signora Arzuffi» soltanto «con il Dna uscirà la verità. È troppo facile dire: è lui, è Massimo Bossetti. Sono tre anni che Massimo è dentro e sono tre anni che chiede la ripetizione dell'esame. Lo chiede Massimo, lo chiediamo noi.
Perché non lo fanno? Di cosa hanno paura? Vogliamo chiarezza. Si fa in fretta a condannare. Bisogna valutare tutto. Ci sono tante incongruenze». Quali? «Per esempio ci sono tanti altri Dna». Di suo figlio dice che oggi è «molto stanco. Stanchissimo. Però è molto forte, combattivo. Pensa ai figli. Vuole dimostrare ai figli che il papà non c'entra niente, che è la verità». La sua verità su Guerinoni è una sola: «Con mio marito dicevamo una cosa: sono i nostri figli. Nostri e di nessun altro». Per quanto riguarda i rapporti con la nuora Marita, moglie di Massimo, Arzuffi si limita a dire che: «Non è più come prima, ma non voglio giudicare. Ha tre figli, ha i suoi problemi. Io ho i miei».