«L'Isis attaccherà sulla Rambla»:
la Cia avvertì intelligence e polizia

L'attentato sulla Rambla
L'attentato sulla Rambla
di Paola Del Vecchio
Giovedì 31 Agosto 2017, 15:41 - Ultimo agg. 1 Settembre, 11:09
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Madrid. La Cia avvertì la polizia catalana e l’intelligence della polizia e della guardia civile spagnola del piano del Daesh di attentare in zone molto affollate di Barcellona, e in maniera specifica sulla Rambla. L’avviso del servizio NCTC, che coordina 20 agenzie usa di spionaggio, fu inviato il 25 maggio, tre mesi e mezzo prima degli attacchi della Rambla e di Cambrils del17 agosto, nei quali sono morte 16 persone. E la polizia nazionale contattò alti comandi dei Mossos d’Esquadra, ma non furono adottate misure di sicurezza supplementari sulla Rambla, né installate barriere anti-tir. La circostanza, ripetutamente smentita dal presidente catalano Carles Puigdemont, dal portavoce di Mossos d’Esquadra, Josep Lluis Trapero, e dal ‘ministro’ degli interni catalano, Joaquim Forn, è stata confermata oggi da fonti dell’antiterrorismo al quotidiano El Periodico de Catalunya.

Questo il testo dell’allerta: “Informazione non verificata di veridicità sconosciuta a fine maggio 2017 indicava che lo Stato Islamico di Irak e ash-Sham (Isis) stava pianificando attacchi terroristi non specificati durante l’estate contro stabilimenti turistici molto affollati a Barcellona, Spagna, specificamente nella strada della Rambla”. Il testo specifica che l’informazione deve essere utilizzata solo a fini di intelligence: “Questa informazione si fornisce solo a fini di intelligence, in uno sforzo per sviluppare potenziali piste di investigazione. Non si può utilizzare in nessun modo che esponga o comprometta le fonti o metodi di intelligence. Non può essere utilizzata in relazione a procedimenti giudiziari stranieri o nazionale né per altri fini legali, giudiziari e amministrativi.”

Nel giorno stesso degli attacchi, il 17 agosto, El Periodico diede notizia dell’allarme della Cia, ripreso da media internazionali, fra i quali Il Mattino. Le autorità catalane smentirono che la polizia catalana potesse ricevere o scambiare informazioni con servizi di intelligence internazionali, essendo una competenza exclusiva dei corpi di sicurezza dello Stato spagnolo. “Certo che gli piacerebbe avere relazioni dirette con la Cia”, dichiarò il presidente Puidgemont ai media, “ma evidentemente questo” (l’avviso dei servizi usa) “non è avvenuto”. Le autorità catalane accusarono i media di “buttare fango” sulle forze di sicurezza.

Secondo le fonti dell’antiterrorismo citate, il documento fu trasmesso al Centro nazionale di Intelligence, alla Guardia civile e al Centro di intelligence contro il Terrorismo e il Crimine Organizzato (CITCO) il 25 maggio. E l’allerta della Cia fu trasmessa dalla polizia nazionale al responsabile dell’intelligence dei Mossos d’Esquadra, Manel Castellvi.
L’allarme poteva consentire di potenziare la prevenzione degli attacchi, rafforzando la presenza di polizia nelle Ramblas, con la collocazione di barriere anti-tir. Ma la polizia catalana non gli diede credibilità. “Abbiamo ricevuto l’allerta per la Rambla il 25 maggio, come l’allarme per altre decine di luoghi. L’informazione è stata verificata e gli è stata data un’attendibilità molto bassa. In ogni caso, si è incrementata la sicurezza sulla Rambla, che occupa il 10% del personale del corpo antiterrorista”, hanno spiegato oggi in conferenza stampa il maggiore dei Mososs d’Esquadra, Trapero, e il ministro catalano per gli interni, Forn. Entrambi hanno di nuovo smentito di aver ricevuto l’informazione dalla Cia o dall’NCTC: "arrivò per altre fonti”, hanno assicurato Trapero e Forn, senza rivelare quali.
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