Ilva, Cassazione: Riva condannato a sei anni e tre mesi di reclusione

Ilva, Cassazione: Riva condannato a sei anni e tre mesi di reclusione
Martedì 24 Aprile 2018, 20:01 - Ultimo agg. 25 Aprile, 11:43
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Condanna definitiva a sei anni e tre mesi di reclusione per Fabio Riva, figlio dell’ex patron dell’Ilva Emilio Riva, per associazione a delinquere e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. La sesta sezione penale della Cassazione, con una sentenza depositata oggi, ha confermato il verdetto emesso, in sede di rinvio, dalla Corte d’appello di Milano nel giugno dello scorso anno. La Suprema Corte ha respinto, perché inammissibile, il ricorso presentato dalla difesa. Al centro del processo una truffa allo Stato da circa 100 milioni di euro. Confermata in via definitiva, inoltre, la condanna a tre anni e mezzo inflitta in appello-bis ad Alfredo Lo Monaco, manager italo-svizzero coimputato di Riva nel processo: anche il suo ricorso è stato dichiarato inammissibile.
Intanto è proseguito anche oggi al ministero dello Sviluppo economico il confronto al tavolo Ilva, che ha finora consentito di individuare punti di convergenza che garantiranno ai lavoratori il riconoscimento dei trattamenti economici legati alla retribuzione fissa attualmente in essere. Nel corso dell’incontro l’azienda AmInvestco ha inoltre presentato una proposta sul possibile schema del futuro premio di risultato e i principi chiave che lo disciplinano. I sindacati non hanno però condiviso questa proposta e hanno avanzato alcune osservazioni sulle quali l’azienda si è resa disponibile a discutere e approfondire a partire dal prossimo incontro in programma giovedì 26 aprile alle ore 10.
Infine, anche rispettando tutti gli standard ambientali previsti, i rischi per la salute dei residenti di Taranto derivanti dall’Ilva non si ridurrebbero sostanzialmente. Ne sono convinti gli eurodeputati della commissione petizioni che hanno approvato una relazione sulla missione conoscitiva a Taranto effettuata da una delegazione europarlamentare, nel corso della quale c’è stato un incontro con i vertici Ilva ed Eni. Secondo i deputati, non ci sarebbero le condizioni necessarie per permettere un incremento della produzione a più di 8,5 milioni di tonnellate annue, come proposto dall’azienda. Di conseguenza si raccomanda un limite produttivo di 6 milioni di tonnellate, limite che dovrebbe rimanere in vigore fino a che l’azienda non metterà in atto tutte le misure precauzionali per prevenire i danni ambientali.
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