«Giacomo si è ucciso», il papà dello studente morto a Valencia chiude il giallo

"Giacomo si è ucciso", il papà dello studente morto a Valencia chiude il giallo
"Giacomo si è ucciso", il papà dello studente morto a Valencia chiude il giallo
Giovedì 23 Marzo 2017, 12:38 - Ultimo agg. 20:23
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Rientra domani in Italia la salma di Giacomo Nicolai, lo studente fermano di 24 anni trovato morto con tre coltellate nel petto il 20 marzo a Valencia, dove frequentava l'Erasmus. Ma se il padre Stefano, un bancario sconvolto dal dolore e dalla pressione dei media, è ormai sicuro, come la polizia spagnola, che «non c'è alcun giallo da alimentare, né questioni da porre o chiarezze da chiedere», perché il figlio si è chiaramente tolto la vita, la madre, Erminia Fidanza, avvocato, dice: «Mio marito è convinto che Giacomo si sia ucciso: io meno. Sul corpo ci sono tre ferite da coltello, inferte con una lama di soli 7 cm: il primo colpo te lo puoi procurare, il secondo già mi pare difficile, ma il terzo...». 



Nessun consulente della famiglia era presente all'esame autoptico e la signora non esclude di chiedere «di rifare l' autopsia in Italia». La procura di Fermo avrebbe aperto un fascicolo di indagine che, come da prassi quando un italiano muore all'estero, verrà poi trasferito alla procura di Roma: i tempi per il deposito della perizia necroscopica e di quelle tossicologica e dattiloscopica peraltro si prospettano lunghi. Giacomo, una laurea triennale in Ingegneria ad Ancona, iscritto alla magistrale al Politecnico di Torino, viene descritto come un ragazzo tranquillo, soddisfatto della sua esperienza a Valencia, dove viveva in un appartamento condiviso con due ragazzi spagnoli, sentiti a lungo dalla polizia del posto, che ieri ha confermato la tesi di colpi di arma da taglio «auto-inflitti». 



«La polizia, il magistrato, tutti coloro che hanno indagato in queste ore sulla tragica morte di mio figlio - ha detto Stefano Nicolai -, purtroppo, ci hanno raccontato come sono andate le cose e non ci sono dubbi o incongruenze, o elementi che possano far pensare ad altro rispetto alla tesi del suicidio». Forse la lontananza da casa, la solitudine, o forse Giacomo (ma la famiglia fa muro su questo) potrebbe aver assunto qualche sostanza che potrebbe averlo spinto ad un gesto estremo.​


 
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