Dal cervello ai piedi: ecco i danni del gelo
Scopri i 5 luoghi comuni da sfatare

Dal cervello ai piedi: ecco i danni del gelo Scopri i 5 luoghi comuni da sfatare
Domenica 8 Gennaio 2017, 16:41
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Molti luoghi comuni, ma anche tante verità. Vediamo cosa accade quando il nostro corpo è esposto a temperature rigide come quelle di questi giorni. 

La temperatura corporea in condizioni normali è di 37 gradi e basta poco per farla calare. In presenza di umidità e vento, spiega la rivista New Scientist, si può andare in ipotermia anche quando il termometro ambientale segna 20 gradi. Un abbassamento della temperatura interna del corpo di due soli gradi è già sufficiente a far vacillare la coscienza e alterare il ritmo cardiaco.
La morte generalmente sopraggiunge a 24 gradi corporei, anche se esistono casi eccezionali di persone che sono sopravvissute con una temperatura molto più bassa.


Se la temperatura corporea scende troppo c’è il rischio di assideramento. Il freddo, inoltre, causa il restringimento dei vasi sanguigni, aumentando le probabilità di un attacco cardiaco. L’attività fisica intensa all’aperto va dunque evitata. Ma non bisogna sottovalutare nemmeno i rischi più banali. Con il maltempo le persone tendono a stare di più in ambienti chiusi, che favoriscono la diffusione dei virus influenzali. Scivolare sul terreno ghiacciato è pericoloso soprattutto per gli anziani. La pelle tende a seccarsi e può subire danni.

Mangiare e bere prima di esporsi al freddo è consigliabile, per non restare privi di energia, ma non è vero che d’inverno siano necessari pasti più calorici. Il maggior appetito che avvertiamo durante la brutta stagione, probabilmente, è un retaggio dell’evoluzione, di quando procacciarsi il cibo era difficile e avere delle scorte di grasso rappresentava un vantaggio.
Bere bevande alcoliche dà una sensazione illusoria di calore, ma aumenta il rischio di ipotermia perché la dilatazione dei vasi porta più sangue alla pelle e meno agli organi vitali. Il consiglio di indossare un cappello invece è valido, anche se l’affermazione che il 40-50% del calore corporeo vada perduto attraverso la testa è falso.


Il termostato del corpo umano è una regione del cervello chiamata ipotalamo. Per proteggere gli organi vitali come cuore e polmoni, il flusso sanguigno viene dirottato nella parte centrale del corpo, penalizzando l’irrorazione delle estremità che diventano più fredde e fiacche. Il sangue viene indirizzato in modo preferenziale anche ai reni, per questo può presentarsi la sensazione di dover urinare. Il tremore causato dai brividi, come battere i denti, serve a produrre calore attraverso l’attività muscolare. La pelle d’oca è una reazione che, quando i nostri antenati erano coperti di pelliccia, serviva a sollevare il pelo per un maggiore effetto isolante.

Infine la sensazione di freddo può essere accentuata dalla solitudine, al contrario un bagno caldo può farci sentire meno soli. Un’altra ricerca suggerisce che a basse temperature le persone diventano meno concilianti, anche se il caldo crea più difficoltà del freddo per il funzionamento del cervello. Le decisioni complesse, che richiedono uno sforzo cognitivo rilevante, vengono prese meglio alle basse che alle alte temperature.


 
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