Corruzione a Roma, Gabriele Visco (figlio dell'ex ministro) ai domiciliari. «La gara? Vinta grazie a noi»

Arrestati con il figlio dell’ex ministro anche due imprenditori e un avvocato

Corruzione a Roma, Gabriele Visco (figlio dell'ex ministro) ai domiciliari. «La gara? Vinta grazie a noi»
Corruzione a Roma, Gabriele Visco (figlio dell'ex ministro) ai domiciliari. «La gara? Vinta grazie a noi»
di Valentina Errante
Mercoledì 7 Febbraio 2024, 00:04 - Ultimo agg. 10:56
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Gli appalti a imprenditori amici pronti a ricompensarlo con mazzette, che chiamava «pasta» e regali e la consulenza fittizia all’amico avvocato che gli girava una parte del compenso ricevuto (231mila euro) da Invitalia su un conto tedesco. Poi la corsa all’avanzamento di carriera e agli incarichi. È finito i domiciliari Gabriele Visco, figlio dell’ex ministro delle Finanze Vincenzo, ex dirigente Invitalia e accusato di corruzione e traffico di influenze. La stessa misura cautelare è stata disposta per l’avvocato romano Luca Leone, l’imprenditore Pierluigi Fioretti, ex consigliere comunale in Campidoglio di An, al quale è contestato solo il traffico di influenze e Claudio Favellato imprenditore originario di Isernia. Secondo l’inchiesta del nucleo di polizia valutaria della Finanza, coordinata dal pm Giulia Guccione, tra il 2020 e il 2023, Visco, con la mediazione di Fioretti, avrebbe, tra l’altro, garantito a Favellato una gara da 4 milioni e 328mila euro per i lavori della “diga di Ponte Chiauci sul fiume Trigno”, ma le verifiche sugli altri appalti sono in corso. «Fioretti - si legge nell’ordinanza - era alla ricerca di contatti ed appoggi finalizzati ad assicurarsi agevolazioni per sé e per altri imprenditori con cui intratteneva rapporti di affari, tra i quali Claudio Favellato, sia nell’accesso a bandi pubblici e ai fondi del Pnrr ed in cambio offriva utilità varie (telefoni e denaro) nonché la promessa a Visco di creargli gli appoggi politici necessari per una progressione di carriera». 

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LE ACCUSE

Da un Iphone da 1.300 euro che Visco jr chiede per il presidente della commissione (al quale non lo consegnerà mai, visto che fino a ieri era in uso a sua moglie), a una busta piena di soldi, almeno secondo gli investigatori che pedinavano Visco e i suoi presunti sodali.

Questi i vantaggi economici. «Favellato - si legge nell’ordinanza - ha consegnato a Visco una lista di gare da attenzionare, con il precipuo scopo di essere favorito nell’aggiudicazione; in cambio e in piena corrispettività alle continue richieste dell’imprenditore, Visco rivendica utilità sia da percepire personalmente sia da consegnare ai pubblici ufficiali». Tanto che Favellato in un’intercettazione gli dice: «Pago il componente, dimmi quello che ti devo dare, ti pago». Così l’azienda di Favellato sebbene non si fosse aggiudicata il primo posto vince la gara: «Rispetto a tale aggiudicazione Visco rivendica il pagamento delle utilità promesse da entrambi gli imprenditori». In merito alla gara vinta da Favellato, che lamentava che altre imprese amiche non avessero vinto, Visco commenta con Fioretti: «Ho fatto una figura de m... sò andato dai ragazzi: “scusa mi fate vedere eravamo convinti che era come quell’altro no? Però quell’altro è arrivato secondo, terzo, secondo, è stato facile, questi erano ultimi». L’ex ministro si è detto sorpreso dell’inchiesta. Il figlio era anche preoccupato di essere intercettato: «Trova qualcuno, rumeno qualcosa, gli fai prendere un numero di telefono e me date il numero, però se me lo fai anche fuori da Roma serve che prendi un operaio. Una scheda illimitata almeno se mi richiamate...», dice all’imprenditore. E dopo l’incontro in un locale nel centro di Roma in cui i militari assistono alla consegna di una busta, Favellato chiede a Fioretti: «È rimasto contento Gabriele?» e Fioretti replica: «M’ha chiamato, m’ha detto tutto fatto, non ti preoccupare». Ma Favellato avrebbe consegnato a Visco vari beni (anche pasta, olio e vino) e Fioretti lo mette in guardia: «Non ti allargare troppo che poi tanto non chiedono all’inizio, poi chiedono dopo». Ma Visco ottiene anche da Fioretti la promessa di un interessamento da parte sua verso politici di sua conoscenza. Fioretti si rivolge anche ad Alemanno per una mediazione con il ministro alla protezione civile e per il Mare Nello Musumeci. Richieste che cadono nel vuoto. «Io ho un momento un po’ di tensione - dice Visco a Fioretti - quindi se potete fare due telefonate a qualcuno che alza il telefono chiama il mio amministratore, guardate Gabriele è bravo perché sennò, se non riesco a occuparmi di tutto quanto, io non posso andare a fare quello che interessa».

LA FINTA CONSULENZA

Tra le contestazioni c’è anche la consulenza a Luca Leone. Il contratto con Invitalia viene firmato nel 2020, sarà rinnovato fino a gennaio 2024, ma l’avvocato non avrebbe fatto proprio nulla. Anzi Visco, gli girava le relazioni che una dipendente gli inviava via whatsapp e il legale le rimandava senza modifiche a Invitalia. In compenso girava parte delle sue entrate al dirigente Invitalia. Quando Visco lascia il suo incarico, i colleghi decidono di convocare Leone per chiarimenti e sebbene, Visco jr non sia più un dipendente, avvertito dal legale, cerca di bloccare l’incontro e si rivolge al collega: «Andrea, questo per me è fondamentale per una serie di relazioni che tu non hai idea, quindi se fate casino faccio, fate casino a me. Te l’ho detto un milione di volte, tu non puoi dirgli vediamoci domani che quello non sa cosa dirti. C’avete duecento consulenze mo’ di questo vi dovete preoccupare, che problema c’avete ora? Bisogna capire come fare». Il dirigente si innervosisce: «Ma no, Gabriè, non funziona così». Un altro collega commenterà successivamente: «Questo ci manda in galera». A marzo 2023 Invitalia ha liquidato a Leone 231mila euro, sequestrati dalla Finanza. Almeno 27mila sono stati girati a un conto tedesco di Visco. Poi i soldi vengono accreditati da Leone su una postepay: «Vedi di non ricaricare la carta di qualcun altro», gli scrive Visco. Arriveranno 13mila e 800 euro, altri 14mila e 500 finiscono su un conto postale. Visco li usa per pagare le rate della sua Bmw, ristoranti, la clinica veterinaria e la toletta del cane.

Per il gip si era creato «un sistema di relazioni illecite diffuso in cui Visco, in veste di mediatore qualificato o in veste di corrotto, da una parte, e i privati, imprenditori e consulente, dall’altra, si muovono con assoluta disinvoltura a conferma che la relazione illecita è consolidata da tempo». E il gip sottolinea: «Neppure il licenziamento di Visco da Invitalia (che chiarisce di essere parte lesa ed è pronta a rivalersi) avvenuto il 12 aprile 2023 mina la sua capacità di proseguire nelle attività illecite».

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