G7, ​su migranti e clima non c'è intesa. Trump e Merkel cancellano la conferenza stampa finale

G7, su migranti e clima non c'è intesa. Trump e Merkel cancellano la conferenza stampa finale
Sabato 27 Maggio 2017, 11:14 - Ultimo agg. 28 Maggio, 12:01
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«La discussione è stata vera e più intensa di altre volte». Così il premier Paolo Gentiloni sintetizza l'andamento del vertice al termine del G7 di Taormina dichiarandosi «soddisfatto» di come sono andate le cose. Anche se a parte l'intesa sulla lotta al terrorismo il vertice non si chiude con grandi risultati- «È stata un'occasione di confronto fra i leader che serve a mettere a fuoco le posizioni anche quando sono diverse, individuando le convergenze quando sono possibili o rendendo più chiare le differenze quando ci sono», ha aggiunto il premier.

 
 


«Credo che il risultato più importante possa essere definito l'impegno comune sul terrorismo», ha detto Gentiloni rilevando che la dichiarazione è importante perché arriva dopo gli attentati di Manchester e in Egitto e perché segnerà una traccia per il nesso tra radicalizzazione e il lavoro dei grandi server provider di Internet.

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«C'è stata un'intesa sui temi migratori e un impegno comune per affrontarli anche nell'immediato, anche se non è il forum G7 che deve risolverli», ha sottolineato quindi il premier.

Niente intesa invece sul clima. I sei altri partner si impegnano «a lasciare più tempo agli Usa per prendere una decisione sull'accordo di Parigi» per la riduzione delle emissioni inquinanti. Nella dichiarazione finale, inoltre, i grandi si impegnano a prendere ulteriori azioni nei confronti della Russia se non rispetta gli accordi di Minsk sull'Ucraina.

«Prenderò la mia decisione sull'Accordo di Parigi» sul clima «la prossima settimana!», ha scritto su Twitter il presidente Usa Donald Trump.

I sei leader del G7 che sostengono l'accordo di Parigi sul cambiamento climatico, a fronte degli Usa che ancora non hanno deciso, «non cambieranno la propria posizione». E in vista del G20 in Germania a luglio «penso che l'accordo di Parigi sia così importante che non possiamo fare alcun compromesso su questo punto», ha affermato la cancelliera tedesca Angela Merkel.

Sul clima «abbiamo preso atto che mentre 6 su 7 confermano gli impegni sull'accordo di Parigi, gli Usa sono ancora in fase di revisione della loro politica. Mi auguro che questa fase si concluda presto e bene», ha aggiunto Gentiloni.

«Gli sviluppi politici internazionali degli ultimi mesi, a partire dall' elezione di Trump, non l'abbiamo scoperta qui a Taormina. L'America è il nostro principale alleato, lo era, lo è tuttora, e con la scelta del popolo americano noi facciamo i conti. Questa differenza con gli Usa non la nascondiamo, anzi è emersa molto chiaramente nelle nostre discussioni, ma discutere è sempre utile», ha sottolineato il premier. 

Sul commercio gli Stati Uniti hanno accettato che nel comunicato finale del vertice sia inserita l'espressione «lotta al protezionismo». «Abbiamo discusso molto su commercio internazionale e clima». Sul primo ci sono stati «passi avanti significativi», ha detto ancora il premier.

«Direi che sul commercio il punto di equilibrio, che si è trovato, non era scontato e non lo è stato neanche durante l'andamento delle discussioni», ha sottolineato il premier. 

Trump, che ha twittato «la priorità è il terrorismo», e Merkel hanno poi lasciato Taormina senza tenere la consueta conferenza stampa finale.  

Sui migranti passano i principi base dell'approccio globale, con il coinvolgimento dei paesi di origine. Ma gli Stati Uniti chiedono di riaffermare il concetto di protezione dei confini e del controllo dei flussi.

Il G7 non ha visto un accordo al ribasso sui migranti rispetto alle aspettative e «non era certo Taormina» la sede per trovare alcune soluzioni europee e globali fra Paesi con approcci molto diversi sulle migrazioni, ha insistito il premier, spiegando che quello dei migranti è «un tema su cui l'accordo sui punti principali di breve e medio termine era stato raggiunto settimane fa». Gentiloni ha sostenuto che i migranti non sono stati oggetto di «nessun particolare dibattito qui se non per riconoscere il valore fondamentale dell'accoglienza umanitaria».

Trump - sempre più incalzato dal Russiagate in patria - ha lasciato Taormina al termine dei lavori del G7 senza tenere la consueta conferenza stampa. Anche la cancelliera Merkel ha rinunciato alla conferenza stampa finale. Come nel caso di Trump, a Taormina si rincorrono ipotesi per spiegare la decisione di cancellare la conferenza stampa: ieri i due leader hanno avuto una discussione, definita «vivace e franca» dalla Merkel, senza replicare frontalmente alle accuse di Trump alle pratiche commerciali tedesche. 

Stamani c'è stata un stretta di mano tra i due leader. Tra gli ultimi ad arrivare nella sala dove si tiene il summit di Taormina con i leader di cinque Paesi africani e i responsabili delle organizzazioni internazionali, il presidente americano si ferma a salutare la cancelliera tedesca, già seduta, e le porge la mano. Quindi, preso posto al tavolo dei lavori, Trump, diviso dalla Merkel dal presidente tunisino Beji Caid Essebsi, scambia qualche parola con la cancelliera.

«Già Taormina e la Sicilia già dice quanto è importante per noi il rapporto con l'Africa, ci troviamo nel cuore del Mediterraneo e oggi la discussione con l'Africa si concentra sull'esigenza di partnership a tutto campo tra G7, organismi internazionali e paesi africani con l'obiettivo d'innovazione e sviluppo del capitale umano», aveva detto Gentiloni aprendo la sessione del vertice con i paesi africani ospiti al vertice.

Il premier parla, Trump non ascolta. Gentiloni introduce i lavori della sessione con i leader di cinque Paesi africani e i responsabili delle organizzazioni internazionali, facendo un breve discorso nel quale sottolinea la necessità di «infrastrutture di qualità e investimenti per lo sviluppo del capitale umano» per l'Africa. Gentiloni parla in italiano e, prima di iniziare, chiede ai presenti di prendere le cuffie per la traduzione. Lo fanno tutti, ad eccezione del presidente americano, che non mette le cuffie neanche quando prende la parola, in francese, il presidente di turno dell'Unione Africana, Alpha Condè.



 
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