Expo, l'accusa al sindaco Sala: «Danno di particolare gravità per l'assegnazione dell'area verde senza gara d'appalto»

Expo, l'accusa al sindaco Sala: «Danno di particolare gravità per l'assegnazione dell'area verde senza gara d'appalto»
di Claudia Guasco
Giovedì 14 Dicembre 2017, 14:40 - Ultimo agg. 15 Dicembre, 13:49
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MILANO Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, ex amministratore delegato di Expo, avrebbe causato, insieme all’ex manager Angelo Paris, un «danno di particolare gravità» alla società che gestiva l’Esposizione con l’affidamento diretto alla Mantovani spa della fornitura di seimila alberi per l’evento, una parte del capitolo «verde» dell’appalto per la Piastra dei Servizi. Lo scrive la Procura generale nell’atto di chiusura indagini per abuso d’ufficio notificato ieri al primo cittadino. Secondo l’accusa, mancava anche il «requisito dell’urgenza» per l’affidamento senza gara. «E’ tutto molto difficile da capire. Il come nascono queste vicende va oltre il mio livello di comprensione», commenta il primo cittadino. 

«INGIUSTO VANTAGGIO PATRIMONIALE»
I sostituti pg Vincenzo Calia e Massimo Gaballo contestano a Sala e Paris di aver violato il Codice degli appalti «che autorizza la procedura negoziata», ossia l’affidamento diretto, «senza previa pubblicazione di un bando di gara in presenza del requisito di urgenza, nel caso di specie non sussistente». Avrebbero infranto le regole anche nel punto in cui si «autorizza la procedura» di affidamento «solo per lavori e servizi complementari, mentre nel caso di specie si tratta di forniture».

Secondo l’accusa, l’affidamento diretto alla Mantovani «del contratto per la fornitura di essenze arboree» - compreso nel capitolo «verde» della Piastra del servizi di Expo per un valore totale di oltre 6 milioni - ha riconosciuto all’impresa un importo di 4,3 milioni di euro, quando «invece l’effettivo valore» di quella fornitura «era di gran lunga inferiore», tanto che il subappalto assegnato dalla Mantovani «all’Ati Zelari-Euroambiente aveva un costo inferiore a 1,7 milioni». In questo modo Sala e Paris avrebbero procurato «intenzionalmente» alla Mantovani «l’ingiusto vantaggio patrimoniale pari alla differenza tra i due importi, dedotte le spese generali e l’utile d’impresa». E il reato di concorso in abuso d’ufficio, che sarebbe stato commesso il 23 ottobre del 2013, viene contestato «con l’aggravante del danno di particolare gravità».

In sostanza, nella nuova accusa si contesta a Sala, già a processo per falso, di essere stato complice di Paris, ex responsabile unico del procedimento per la Piastra, dell’abuso d’ufficio sulla fornitura di alberi. A Paris però nei mesi scorsi questo abuso d’ufficio era già stato contestato e nel capo di imputazione si spiegava che l’ex manager avrebbe agito all’insaputa di Sala. La Procura generale, invece, in questi giorni ha riletto gli stessi fatti e contestato l’accusa anche all’ex amministratore delegato.

PROCESSO IMMEDIATO
Intanto si profila la possibile riunificazione dei due filoni dell’inchiesta sulla Piastra, ovvero quello in udienza preliminare che si è aperta stamani - a carico di sette imputati tra cui l’ex manager di Expo Angelo Paris e l’ex dg di Ilspa Antonio Rognoni - e quello con la nuova accusa contestata ieri al sindaco di Milano. Potrebbero infatti confluire nel processo immediato per falso che si aprirà il 20 febbraio con Sala imputato. E’ la conseguenza del rinvio al 2 febbraio dell’udienza preliminare deciso dal gup Giovanna Campanile, dopo che i sostituti pg Calia e Gaballo hanno presentato una richiesta di differimento dell’udienza.

Il rinvio si è reso necessario anche perché il legale di Paris, l’avvocato Luca Troyer, ha sollevato un difetto di notifica e quindi per Paris dovrà essere rifatto l’atto di chiusura indagini.

L’udienza preliminare partita stamani riguarda anche l’ex presidente della Mantovani spa, che vinse il maxi appalto sulla Piastra, Piergiorgio Baita, il presidente di Coveco (Consorzio Veneto Cooperativo) Franco Morbiolo e un dipendente di Metropolitane Milanesi, Dario Comini. Imputate come enti anche Coveco e la stessa Mantovani. Quest’ultima risulta anche parte offesa come l’impresa Pizzarotti, MM e Expo 2015 spa. Le accuse in questo filone, a vario titolo, sono di corruzione, turbativa d’asta, rivelazione del segreto d’ufficio, accesso abusivo a sistema informatico e ricettazione.

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