L'inchiesta, che era coordinata dal dipartimento guidato dal pm milanese Alberto Nobili, era scattata dopo la denuncia, presentata dalla presentatrice tv alla Polizia postale, dopo la diffusione su internet, nel settembre dello scorso anno, di una decina di immagini e di alcuni filmati che la ritraevano nuda e che lei conservava nel 'cloud', ossia nella memoria virtuale del suo telefonino. Foto e video che in pochissimi minuti avevano fatto il giro del web con l'hashtag #Leotta che aveva scalato le classifiche dei contributi più citati dei social network.
Un fatto «estremamente grave» lo aveva definito in una nota l'ufficio stampa della giornalista, che ha subito «una gravissima violazione della privacy e che è molto amareggiata ma nello stesso tempo indignata».
Le indagini della Procura e della Polizia postale hanno portato, poi, ad individuare un minorenne che avrebbe dato un input alla condivisione delle immagini, anche se non avrebbe avuto un ruolo nell'accesso abusivo al 'cloud' della giornalista. Gli atti dell'inchiesta, ad ogni modo, sono stati trasmessi ai pm minorili che dovranno stabilire eventuali responsabilità del minore coinvolto.