Danilo vola in Australia: «In Italia
non mando più curriculum, ero sfruttato»

Danilo Mangiameli, (Facebook)
Danilo Mangiameli, (Facebook)
Giovedì 26 Febbraio 2015, 15:24 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 11:12
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BRISBANE - Danilo Mangiameli, 28 anni, è un giovane laureato e in fuga. Si è laureato in Scienze motorie all’Università di Ferrara e dopo un anno di lavoro nero e sfruttamento ha deciso di emigrare.



La sua è una delle tante storie di giovani che trovano lavoro e realizzazione personale all'estero. Vive in Australia dal 2012 “dove faccio il mio mestiere con un contratto regolare e uno stipendio dignitoso, che arriva puntuale sul mio conto”, racconta al Fatto Quotidiano.







Dopo la laurea sperimenta una serie di esperienze lavorative deludenti: contratti a progetto, ore in più, stipendi dai 500 ai 700 euro al mese. Poi lo sconforto, ma tanti tentativi nelle palestre fino a quando ha deciso di cercare fortuna altrove.



Danilo ha capito che era arrivato il momento di fare le valigie “dopo aver tentato in tutti i modi di trovare un posto in regola, retribuito, adatto alle mie competenze. Impossibile. Ero scioccato. Allora sono tornato dai miei in Sicilia, ho 25 anni non è il tempo di arrendermi mi son detto, voglio imparare bene l’inglese. Ci ho pensato su due mesi. Poi ho fatto passaporto, visto e biglietto”.



I primi tempi in Australia non sono nemmeno difficili. “Ho vissuto a Melbourne sette mesi, di cui tre passati a studiare l’inglese e quattro a fare il cameriere, lavapiatti epizzaiolo. I primi due con contratto, l’ultimo no. Mi davano 13 euro l’ora. Dopodiché mi sono messo a cercare un’occupazione adatta alla mia professione. Mi sono trasferito a Brisbane. Qui sono entrato a far parte dell’Exercise Sport Science Australia, una specie di albo professionale per i laureati in scienze motorie. Per ottenere il certificato di accreditamento ho dovuto fare un tirocinio di 300 ore. Quando ho finito mi hanno assunto con un contratto full time. Lavoro in un centro di riabilitazione per malati cronici. Guadagno abbastanza da mantenermi, essermi preso un auto e riuscire a mettere da parte dei soldi. Mica male, no?”.



Conclude mettendo in chiaro che non sta più cercando lavoro in Italia. “Non ho mai più mandato un cv. Da noi manca perfino un albo per tutelare la nostraprofessione”.