Caso Consip, la difesa di Woodcock sotto assedio: «Sono sereno, dimostrerò che non c'entro»

Caso Consip, la difesa di Woodcock sotto assedio: «Sono sereno, dimostrerò che non c'entro»
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 28 Giugno 2017, 08:47 - Ultimo agg. 16:47
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Aveva da poco chiuso una giornata di lavoro tra Procura e Tribunale, prima di ricevere l'invito a comparire dalla Procura di Roma. Dopo aver chiesto la condanna per un omicidio di camorra, nel pomeriggio di lunedì, il pm Henry John Woodcock si è visto recapitare un avviso di garanzia dai colleghi della Capitale, gli stessi con i quali ha lavorato gomito a gomito per anni, a partire dalle inchieste a carico di Marco Milanese (ex braccio destro dell'allora ministro Tremonti) e quelle che hanno riguardato il mondo di relazioni all'ombra di Finmeccanica. Un motivo in più che spinge il pm napoletano ad esprimersi con fiducia e fermezza rispetto alla notizia di essere sotto accusa per aver scoperto le carte nel corso della sua inchiesta su Consip. E all'Ansa, ieri pomeriggio, Woodcock ha dichiarato: «Ho appreso di essere indagato per il reato di rivelazione di segreto di ufficio. Ho assoluta fiducia nei colleghi della Procura di Roma e sono quindi certo che potrò chiarire la mia posizione, fugando ogni dubbio ed ombra sulla mia correttezza professionale e personale».

Poi c'è spazio per una riflessione sul proprio stato emotivo, sulla propria condizione all'indomani della notte più lunga, quella trascorsa nella consapevolezza di essere finito sotto accusa: «Non nego, tuttavia - ha aggiunto Woodcock - di essere molto amareggiato, e che questo è per me un momento molto difficile. Posso però affermare, in piena serenità - ha concluso il pm napoletano - che la mia attività è sempre stata ispirata dal solo intento di servire la giustizia, nel rispetto delle regole. Ho assoluta fiducia nei colleghi della Procura di Roma e sono quindi certo che potrò chiarire la mia posizione». 

Difeso dal penalista Bruno Larosa, Woodcock è atteso a Roma per il prossimo sette luglio, quando varcherà l'ingresso degli uffici di piazzale Clodio non più nelle vesti di titolare di indagini che scottano, ma come magistrato costretto a difendersi dall'accusa di aver violato il regime di segretezza dei suoi stessi fascicoli.

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