​Consip, giri di favori da 2 miliardi
anche tra Romeo e amico dei Renzi

Consip, giri di favori da 2 miliardi anche tra Romeo e amico dei Renzi
di Sara Menafra
Sabato 18 Febbraio 2017, 10:11 - Ultimo agg. 18:36
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Roma. C'è un mediatore, giovane e agguerrito, nell'inchiesta sul mega appalto Consip del valore complessivo di 2 miliardi di euro che vede indagato il padre dell'ex premier, Tiziano Renzi, per traffico di influenze: Carlo Russo, trentatreenne di Scandicci che con la madre di Renzi, Laura Bovoli sarebbe andato in pellegrinaggio a Medju Gorje, risponde dello stesso reato in concorso con babbo Renzi.

Nelle informative del Noe agli atti dell'inchiesta della procura di Roma, che un mese fa ha ricevuto buona parte del fascicolo da Napoli, è lui a mettere in contatto l'imprenditore delle società di servizi Alfredo Romeo e Tiziano Renzi. E il giovane Russo - «l'omino» o il «ragazzo», lo chiama Romeo - avrebbe accettato, proponendo però all'imprenditore di saldare alcune fatture di circa 80mila euro per un catering «che ha dato una mano alle elezioni regionali». Anche di questo episodio chiederanno conto i pm al padre dell'ex premier, convocato in procura per la prossima settimana, sebbene i suoi legali abbiano già parlato di possibile rinvio.

Il manager italiano per eccellenza delle multiutility aveva manifestato da tempo la necessità di accreditarsi con il nuovo governo. Stando agli atti e alle intercettazioni raccolte, Romeo avrebbe cercato un canale per accreditarsi con il nuovo governo anche attraverso il manager Consip Marco Gasparri, ora accusato di corruzione e difeso dall'avvocato Alessandro Diddi. A tormentarlo era soprattutto la gara F4, il più grande appalto europeo del valore complessivo di 2 miliardi, con la quale la Centrale unica di acquisto punta a gestire tutti i palazzi della pubblica amministrazione: «È una gara su cui pesa la politica, devo trovare un canale per arrivare all'amministratore delegato Marroni», diceva Romeo a inizio 2016 con riferimento a Luigi Marroni, manager scelto dal governo Renzi.

Qualche tempo dopo, Romeo, ancora intercettato, avrebbe riferito a Gasparri di essere effettivamente riuscito a trovare il canale giusto per arrivare ai vertici della centrale unica di acquisto. L'ipotesi del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del pm Mario Palazzi è che quel contatto sia proprio «l'omino» Carlo Russo. E tramite lui, Tiziano Renzi, al quale Romeo faceva arrivare le proprie richieste e che, sempre tramite Russo (che però potrebbe millantare), avrebbe risposto e promesso. Negli uffici di Romeo, gli investigatori hanno trovato anche un biglietto in cui si dice «30mila euro al mese a T.» Di certo, nelle intercettazioni, Romeo sembra preoccupato. A gennaio 2016, si sfoga, ad esempio, con l'ex parlamentare e amico Italo Bocchino: «Non mi strappo i capelli se perde Romeo... cosi ha detto Lotti all'omino eh!».

Poi, però, appunto, qualcosa sarebbe cambiato. A febbraio, stando a quello che Romeo dice sempre a Bocchino, Carlo Russo, avrebbe proposto a Romeo il pagamento di un catering. Dice l'informativa del Noe: «Romeo ricorda al Bocchino che il Russo dopo le elezioni regionali, verosimilmente in Toscana, gli avrebbe chiesto di saldare una fattura di 70/80mila euro di una ditta di catering il cui conto è in sospeso e che pare il Romeo abbia saldato a fronte di alcune entrature». Romeo riferisce la richiesta di Russo: «Allora facciamo una cosa lei manda queste cose qui c'è una ditta di catering fiorentina che ci ha aiutato per le regionali ci ha aiutato quindi c'ha delle cose in sospeso, gli ho detto ma di che si tratta... no settanta ottanta mila euro, gli ho detto va bè vediamo». All'epoca, Romeo non sarebbe rimasto pienamente soddisfatto di quell'accordo. Ora, però, quelle conversazioni potrebbero essere rilette con altri occhi.
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