«Così i bulli perseguitavano il compagno
di classe»: arrestati due studenti di 16 anni

«Così i bulli perseguitavano il compagno di classe»: arrestati due studenti di 16 anni
di Gianluca Lettieri
Giovedì 19 Aprile 2018, 09:14 - Ultimo agg. 14:50
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Perseguitavano il compagno di classe dall’inizio dell’anno. Due studenti di 16 anni sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia di Atessa e della stazione di Villa Santa Maria (Chieti): i militari hanno notificato i provvedimenti cautelari di permanenza in casa emessi dalla Procura dei minori dell’Aquila.

I fatti, avvenuti in una scuola superiore di Villa Santa Maria, risalgono ai primi mesi dell'anno scolastico 2017/18 quando dall'inizio di ottobre fino al mese di novembre i due minorenni. “Durante le ore di lezione e nei momenti di ricreazione - ricostruiscono gli investigatori, diretti dal capitano Marco Ruffini  - prendevano di mira un loro coetaneo compagno di classe iniziando a porre in essere dispetti e vessazioni con scritti e disegni sul suo diario. La vittima è inoltre affetta da ritardo cognitivo. Con il passare dei giorni gli scherzi e gli scherni si sono trasformati in veri e propri atti di bullismo nei confronti del ragazzo e dagli scherzi si è subito passato alle violenze, gli schiaffi i pugni e i calci che gli hanno provocato varie lesioni oltre a minacce verbali aggravate dall'uso di un coltello nel tentativo di farlo desistere dal raccontare ai professori ed ai genitori degli atti vessatori che stava subendo. Aggressioni verbali e fisiche che lo esponevano al ludibrio generale, alla vergogna ed alla sottomissione per timore di un crescendo di vessazioni subite e temute”.

Nel disegno criminoso dei due bulli, spiegano i militari, “vi erano anche le minacce sui social network e sui gruppi di WhatsApp dove i due scrivevano nella chat di classe nei confronti del giovane preso di mira per invitarlo a non presentarsi a scuola tanto che in un messaggio vocale uno dei due aggressori avrebbe detto che se si fosse presentato a scuola lo avrebbero portato sulle scale antincendio della scuola per picchiarlo fino a fargli sputare il sangue dalla bocca”.

La madre della giovane vittima, notato il disagio del proprio figlio e allarmata dal fatto che il minore si rifiutava di volersi recare a scuola, “riusciva a stabilire un dialogo con lui, che ha finalmente raccontato tutte le plurime e reiterate angherie subite oltre a mostrargli i vari lividi presenti sul suo corpo. E dopo una prima visita al locale pronto soccorso, dove i medici gli riscontravano vari traumi, la madre si rivolgeva ai Carabinieri per denunciare l'accaduto. I Carabinieri di Villa Santa Maria, lavorando in sinergia con le Istituzioni scolastiche, hanno subito avviato le indagini di polizia giudiziaria ascoltando i numerosi compagni di classe testimoni dei fatti che fino all'intervento dei Carabinieri, per timore dei due bulli, non avevano mai riferito a nessuno ciò che si stava verificando ai danni di un loro compagno. E, dopo avere identificato i due autori ed acquisito sia i messaggi vocali di minacce su WhatsApp ed i disegni ingiuriosi sul diario della vittima, li hanno deferiti in stato di libertà alla competente autorità giudiziaria minorile dell'Aquila richiedendo idonee misure cautelari volte ad arrestare il fenomeno”. Nel frattempo la giovane vittima non è tornata a scuola per decisione della madre che aveva il timore che il proprio figlio subisse ancora la pressione dei due bulli.
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