Palermo, strangolata sotto gli occhi della figlioletta: fermati due cugini del marito

L'abitazione di Cerda, nel Palermitano, teatro del delitto BItà
L'abitazione di Cerda, nel Palermitano, teatro del delitto BItà
di Mario Meliadò
Giovedì 18 Gennaio 2018, 13:51 - Ultimo agg. 19 Gennaio, 12:05
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Strangolata a 28 anni davanti alla figlioletta di appena 11 mesi. È morta così la giovane romena Alina Elena Bità, uccisa da uomini senza scrupoli il 9 ottobre scorso  nella sua abitazione di Cerda, piccolo centro del Palermitano.
 
Adesso però i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Termini Imerese e della stazione proprio di Cerda, su disposizione della Procura di Termini, hanno fermato i due presunti assassini: sono due incensurati, il 18enne Paul Todirascu e il 19enne Florin Buzilà, connazionali della vittima e soprattutto cugini del marito della Bità. «Il male non ha mai tempo – è il commento del comandante provinciale dell’Arma, colonnello Antonio Di Stasio – e non è mai troppo tardi per la verità».
 
Le indagini svolte dai militari di Termini Imerese in collaborazione, per la parte tecnica, col Nucleo investigativo del Gruppo di Monreale, avrebbero prodotto «gravi e concordanti elementi indiziari» a carico dei due, che avrebbero ucciso per pochi euro: erano entrati con un pretesto in casa del parente per rubare una modestissima somma, con ogni probabilità ben sapendo che la Bità era sola in casa perché il marito era in campagna per il suo lavoro di bracciante. Di fronte alle resistenze della donna, l’hanno eliminata senza pietà.
 
La donna era stata rinvenuta senza vita nella sua camera da letto, dove la figlioletta strillava e piangeva disperata nella sua culla. Un baccano che ha indotto i vicini di casa a chiamare il “112”. Gli investigatori avevano pensato a un malore improvviso: solo in un secondo tempo, i segni sul collo della donna li hanno instradati sulla “pista” dell’omicidio.
Nessun testimone diretto del fatto di sangue, invece, ad avvalorare la ricostruzione dei militari in un’inchiesta “vecchio stampo” partita dall’ex parco-giochi giusto di fronte all’abitazione teatro del delitto, spesso frequentato da Buzilà e Todirascu: pedinamenti e intercettazioni hanno fatto il resto.
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