Caso Antinori, sottrazione di ovuli
«Dubbi sulla versione della vittima»

Caso Antinori, sottrazione di ovuli «Dubbi sulla versione della vittima»
Venerdì 24 Febbraio 2017, 19:20
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Ci sono «profondi» dubbi sulla presunta sottrazione di ovuli all'infermiera spagnola contestata a Severino Antinori, arrestato lo scorso maggio, e «sulla denunciata costrizione» della donna «sul lettino». Lo scrive il gip Luigi Gargiulo disponendo di indagare la giovane per false informazioni a pm e proseguire le indagini (sentendo un teste), e non archiviarle come chiesto dalla Procura, dopo la denuncia per calunnia a carico della donna presentata dai legali del ginecologo, Carlo Taormina, Tommaso Pietrocarlo e Claudio Romano.

Antinori, infatti, arrestato nel maggio scorso per il presunto prelievo forzato di ovuli nei confronti della donna spagnola e sotto processo a Milano per questi fatti (assistito anche dal legale Gabriele Vitiello), aveva denunciato la donna per calunnia proprio in relazione alle accuse che hanno portato al suo arresto (la giovane è stata iscritta per calunnia dopo al denuncia). La Procura di Milano aveva chiesto l'archiviazione del reato contestato alla donna, ma il gip di Milano, dopo aver analizzato gli atti dell'inchiesta, segnando un "colpo di scena" nella vicenda del discusso ginecologo, ha respinto l'istanza e ha disposto, da un lato, di indagare la giovane anche per false dichiarazioni a pm (in relazione a deposizioni da lei rese davanti al pm Maura Ripamonti) e, dall'altro, di ascoltare a verbale un infermiere che lavorava alla clinica Matris di Antinori, perché «profondi sono i dubbi che lasciano gli atti di indagine sulla presunta sottrazione degli ovuli e sulla denunciata costrizione» della spagnola «sul lettino della sala operatoria».

Il giudice, infatti, analizzando le varie dichiarazioni, anche di altri testi, scrive che «non si capisce per quale motivo le avrebbero», a un certo punto, come la donna ha sostenuto, «legato i polsi con una fascetta verde» per prelevare gli ovociti. Per il gip, infatti, le dichiarazioni rese dalla donna al pm «sono state giudicate pienamente attendibili dal pubblico ministero quantomeno nella parte relativa alla mancanza di consenso alla sottrazione degli ovuli», sebbene, scrive ancora il giudice, «risultino confuse e/o contraddittorie tra loro» e, in alcuni passaggi, «incoerenti con altri, inconfutabile elementi raccolti». Per questo, a detta del gip, nel procedimento che vede ora la donna accusata non solo di calunnia nei confronti di Antinori ma anche di false informazioni alla Procura, è necessario sentire come teste un infermiere che era presente in sala operatoria, il quale dovrà riferire se «al momento del proprio arrivo in sala operatoria» la giovane «aveva i polsi legati o se era altrimenti contenuta». E ancora se l'infermiera «al risveglio dall'anestesia (...) ha lamentato, piangendo, del prelievo dei suoi ovuli». L'uomo dovrà essere ascoltato, scrive il gip, anche su altri punti.
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