Aeroporto di Barcellona nel caos
per i controlli antiterrorismo

Le file ai controlli di polizia all'aeroporto de El Prat
Le file ai controlli di polizia all'aeroporto de El Prat
di Paola Del Vecchio
Venerdì 19 Maggio 2017, 11:52 - Ultimo agg. 11:58
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Madrid. Aeroporto di Barcellona nel caos da giorni, per le lunghe code provocate dal rafforzamento dei controlli antiterrorismo alla frontiera dello spazio Schengen disposti dalla Ue, che hanno portato lo scalo di El Prat al limite delle sue capacità. Centinaia di passeggeri exracomunitari costretti a una media di tre ore di attesa prima di passare i filtri di polizia, turisti indignati per la perdita dei voli in connessione, agenzie di viaggi sull’orlo della rivolta. E oggi alle proteste si sono unite quelle di centinaia di croceristi che hanno visto naufragare i propri progetti di vacanze. Volavano da diversi paesi fuori dalla Unione Europea per cominciare a Barcellona crociere nel Mediterraneo, ma non sono arrivati a tempo perché rimasti a terra, in attesa di passare i controlli alla dogana.

«Veniamo da un viaggio lunghissimo dal Canada e ora siamo costretti a fare queste file chilometriche, che ci hanno fatto perdere il volo in coincidenza con le isole Canarie», protesta Mark Higgins, un professore in vacanza con moglie e due bambini. «Non sono normali code del genere. Noi non siamo extracomunitari, ma i ritardi nei controlli si ripercuotono anche sui varchi per i cittadino comunitari. E rischiamo di perdere il nostro volo per Ibiza», protestano Antonio e Caterina, studenti napoletani diretti alle Baleari.

«Abbiamo dovuto dirottare molti dei croceristi rimasti a terra, perché potessero raggiungere le navi partite da Barcellona agli scali successivi. Per noi è un danno economico notevole», ha lamentato il presidente dell’Associazione Catalana di Agenzie di Viaggio, Martí Serrate. Otto croceristi su 10 in partenza dal porto catalano arrivano per via aerea. E’ il motivo per cui Serrate parla di “immagine patetica” che sta dando la città di Gaudí e denuncia “l’improvvisazione” con la quale stanno operando le autorità: «Si rimpallano le responsabilità fra di loro, mentre i passeggeri soffrono la situazione e perdono voli e coincidenze», sostiene. Compagnie aeree come British Airways hanno inviato mail ai propri passeggeri raccomandando di arrivare in aeroporto con sufficiente anticipo e tutta la documentazione in ordine e di tenere in conto lunghe attese prima degli imbarchi.

L’autorità aeroportuale e l’amministrazione regionale non hanno diffuso stime sul numero di passeggeri rimasti a terra, ma l’assessore delle Imprese del governo della Generalitat, Jordi Baiget, ha assicurato che le rimostranze e i reclami agli sportelli de El Prat «sono aumentati in maniera esponenziale».

Per correre ai ripari, l’amministrazione centrale dello Stato ha annunciato “misure immediate”, anche se stima che l’aeroporto catalano – il principale hub di collegamento fra l’Europa e i Pasi dell’America Latina, dopo quello di Madrid – non ritornerà alla normalità prima di giugno.  Il ministero degli interni si è impegnato a inviare nei prossimi giorni più agenti per i controlli dei passaporti e nuovi scanner e cabine di metal detector, per rendere più agili e veloci i controlli elettronici. Una soluzione che non convince il direttore generale del Turismo di Barcellona, Jordi Williams Carnes, che in dichiarazioni al quotidiano catalano La Vanguardia chiede che “sia ridisegnato lo spazio destinato ai controlli, e  siano adattate le dimensioni alle nuove esigenze di sicurezza previste dalle misure antiterroriste”. Da parte sua, il presidente della Confederazione Spagnola di hotel e alloggi turistici (Cebat), Joan Molas, ha evidenziato “l’incompetenza riconosciuta dai responsabili” dei controlli e bollato come «imperdonabile che la gente perda i voli perché il sistema è inefficiente». Il patronato ha inviato una lettera alla vicepremier Soraya Saenz de Santamaria e al ministro degli Interni, Juan ignacio Zoido, in cui si reclamano «soluzioni immediate perché il pessimo servizio fornito, che costringe a lunghe code, non continui a pregiudicare l’immagine della capitale catalana», con effetti deleteri sul turismo, il pilastro dell’economia spagnola.

 
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