​Con i droni per monitorare le frane:
in Abruzzo nuovo allarme valanghe

Con i droni per monitorare le frane: in Abruzzo nuovo allarme valanghe
di ​Gigi Di Fiore
Domenica 22 Gennaio 2017, 10:17
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La neve, risorsa e ricchezza turistica, ora è diventata un incubo. L'Abruzzo vive ore drammatiche, che non risparmiano alcuna provincia. Paesi isolati, morti, allarme slavine e luce elettrica staccata. La slavina che ha distrutto l'albergo Rigopiano è stato il dramma più grosso, ma la situazione generale è da allarme.

«Esiste un pericolo slavine nell'intero massiccio del Gran Sasso - dice il presidente del Centro alpino italiano sezione abruzzese - È investita anche l'area del Parco nazionale dell'Abruzzo, che arriva fino al Matese. L'accesso è ormai sconsigliato fino al miglioramento della situazione della neve». Il servizio Meteomont, che fornisce i dati sui pericoli valanghe nelle diverse regioni italiane, ha inserito il Gran Sasso nel rischio 4. Significa ancora emergenza, oltre che sul Gran Sasso, anche sulla Majella, sui Monti della Laga e sul Terminillo. La provincia di Chieti è tra quelle dove molti centri e frazioni sono, nelle ultime ore, rimasti totalmente isolati.

Gianluca De Leonardis, sindaco di Bucchianico, paese di poco più di cinquemila abitanti a 371 metri di altezza, denuncia: «Siamo stati lasciati soli nell'emergenza. Da lunedì, siamo senza luce elettrica, in alcune zone manca l'acqua per la mancata alimentazione elettrica delle pompe che riempiono i serbatoi. C'è chi si trova anche senza linea telefonica». A Lama dei Peligni, comune di circa 1300 abitanti, dodici famiglie per un totale di 35 persone sono state evacuate. È stato il sindaco, Andrea Di Fabrizio, a firmare l'ordinanza di sgombero per il pericolo che dal monte Grotta Ciminiera Gravara, che è a 2100 metri sul massiccio della Majella, possa staccarsi una massa di neve per la temperatura più alta e la comparsa del sole che hanno provocato spostamenti di grosse masse d'acqua. Dramma continuo anche in provincia dell'Aquila, dove si usano i droni per verificare la frana che si sta muovendo sul Monte Corno.

Una situazione che rischia di provocare altre slavine su Ortolano, una frazione del comune di Campotosto. Proprio a Ortolano, dopo la scossa di terremoto del 18 gennaio è stato travolto ed è morto un pensionato. Il sindaco, Luigi Cannavicci, ha dovuto allontanare 21 persone a rischio. E commenta: «L'allerta rimane, adesso stiamo affrontando l'emergenza con i droni. C'è da liberare il paese dalla tantissima neve caduta e dalla slavina che ha travolto il nostro concittadino. Il sole ha aiutato, ma vigili del fuoco e protezione civile sono impegnati senza sosta». Non si fa in tempo ad arginare un'emergenza, che arrivano altre richieste per sbloccare strade, per ripristinare la corrente elettrica, per aiutare chi è rimasto isolato e non può spostarsi da casa. Maurizio Pelosi, sindaco di Capitignano, ha dovuto firmare un'ordinanza, evacuando il centro storico per una settimana.

Una decisione improvvisa, che ha costretto il trasferimento di decine di sfollati negli alloggi antisismici dell'Aquila. A Villa Santa Lucia, nella stessa provincia aquilana, sono in angoscia 140 persone che temono slavine. Anche nel comune di Acquasanta Terme, in provincia di Ascoli, il sindaco ha disposto con un'ordinanza l'evacuazione per il rischio slavine. Nel borgo di Vallegrascia, sempre in provincia di Ascoli, sono rimaste solo quattro persone. Le altre sono andate via, per la neve e il terremoto. La Protezione civile abruzzese avverte: «Si sono accumulati strati di neve fresca su strati di neve compattata in precedenza. Questo aumenta l'instabilità di pendii montani, su cui ci sono accumuli di neve con diversa consistenza, umidità e temperatura. Il rischio slavine nasce anche da questa situazione».

A Campotosto, molte frazioni sono rimaste isolate e la gente ha chiesto aiuto. Come sei dipendenti dell'azienda agricola La Mascionara, nella frazione di Mascioni, rimasti intrappolati per un'intera giornata senza possibilità di spostarsi a causa della neve che bloccava ogni strada. I vigili del fuoco, con mezzi dell'Anas e dell'esercito, sono riusciti a salvarli. Ma le attività commerciali e agricole stanno subendo un duro colpo. I più colpiti da danni economici sono i comuni di Campotosto, Capitignano e Montereale, sommersi dalla neve da mercoledì scorso. 

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