Università, Napoli supera
Torino e Milano

Università, Napoli supera Torino e Milano
di Marco Esposito
Sabato 31 Dicembre 2016, 10:12
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La Federico II scala due posizioni in classifica, supera gli atenei di Torino e Milano e si classifica quarta dopo Bologna, La Sapienza e Padova. È il risultato della «premialità 2016» che quest'anno si basa, in larga misura, sulla Valutazione di qualità della ricerca (Vqr) del 2011-2014, aggiornando finalmente i dati della vecchia valutazione che si riferiva ai lavori di ricerca pubblicati tra il 2004 e il 2010.

I 65 atenei pubblici italiani dal 2009 sono in competizione per il riparto del fondo di finanziamento ordinario (Ffo), una torta che vale 6,6 miliardi di euro, dei quali quasi un quarto - 1,4 miliardi - ripartiti in base a criteri premiali. Nel 2016 è scattato l'aggiornamento della Vqr con scostamenti piuttosto forti rispetto al 2015. La Statale di Milano subisce la decurtazione più drastica perché dai 61,3 milioni del 2015 si vede assegnare quest'anno 56 milioni mentre la Federico II di Napoli che era attestata a 55,8 milioni (quindi 5,5 meno della Statale) riceve 65 milioni superando il maggiore ateneo milanese di ben 9 milioni di euro. Nello slancio, la Federico II scavalca anche Torino, che pure migliora non di poco da 56,6 a 64,4 milioni di euro.

Non è ancora chiaro, va sottolineato, quanto tali cambiamenti nella classifica della premialità siano dovuti alle modifiche nei criteri di valutazione e quanto a un'effettiva variazione della qualità della ricerca. L'Anvur, l'agenzia incaricata di valutare atenei, professori e ricercatori, non ha ancora diffuso le cifre di dettaglio. Di sicuro le posizioni tra le università italiane con la Vqr 2011-2014 si sono avvicinate rispetto alla Vqr 2004-2010 soprattutto per il cambiamento dei criteri di valutazione. Tre esempi permettono di comprendere la differenza: nella valutazione più recente, quella utilizzata per il riparto 2016, una ricerca non valutabile ha punteggio zero mentre nella Vqr 2004-2010 riceveva un punteggio -1; un risultato buono ma non strepitoso (percentile 81) oggi riceve un punteggio 0,7 mentre con la vecchia Vqr era premiata con il voto massimo (1); una ricerca appena sotto la media (percentile 49) adesso spunta un voto basso (0,1) ma con la Vqr 2004-2010 si beccava addirittura zero. In sintesi: la vecchia valutazione tendeva ad esaltare le differenze e in genere sottovalutava gli atenei del Mezzogiorno - i quali sono sovente poco sotto la media, ovvero in una posizione alla quale si assegnava valore zero come agli ultimi in classifica - mentre la Vqr attuale fotografa meglio l'effettivo valore della ricerca. L'ateneo di Messina, per esempio recupera il 37% sul 2015 probabilmente proprio perché finora danneggiato da formule penalizzanti. Tuttavia sarà interessante capire se c'è stato e in che misura un miglioramento oggettivo della qualità della ricerca universitaria nel Mezzogiorno.

In attesa dei dati puntuali, dal riparto di risorse del 2016 si può affermare che la Federico II non è la sola università campana a far bene dal punto di vista della premialità. La Sun, ribattezzata quest'anno Università della Campania, migliora rispetto al 2015 del 24% in termini di peso della quota premiale sul totale del 65 atenei. Performance positiva, con un passo in avanti di quasi il 14%, anche per l'Orientale. Stabile invece Salerno, ma su livelli di tutto rispetto come può ricavarsi dal confronto di due dati: il peso dell'ateneo salernitano in termini di premialità (1,91% del totale) supera il peso del medesimo ateneo sull'Ffo 2016 (1,75%) come accade nelle Università di maggior prestigio: Bologna e Padova. La Sapienza, invece, resta il primo ateneo italiano solo per dimensioni, mentre registra una quota premiale decisamente più bassa rispetto al peso sull'Ffo (6,45% contro 7,18%). Ci sono due università campane, però, che segnano una performance premiale negativa: la prima è il Sannio (che può consolarsi con la circostanza che il peso della premialità resta superiore alla parte ordinaria) la seconda è la Parthenope, la cui performance premiale è negativa di oltre il 6% con un bonus sceso da 7,1 milioni del 2015 a 6,9 milioni, scavalcata dall'Orientale che vede un incremento della premialità da 6,1 a 7,1 milioni di euro.