Una legge speciale per rafforzare Milano. La locomotiva d’Italia Nord da far correre ancora più veloce. E insomma Milano come fulcro della rinascita di se stessa e dell’intero Paese. Sono le cose che dice Conte alla sua prima uscita da leader e l’esordio del nuovo capo M5S ha le forme di uno scivolone anti-storico e di uno schiaffo all’intera nazione che, semmai, ha bisogno di una Capitale più forte e la Capitale non è Milano.
Si tratta di uno schiaffo che va a colpire anche Roma e la sindaca Raggi, che pure appartiene al partito stellato. Chiamare gaffe l’uscita contiana insomma è troppo poco. Perché è la riprova che quando era a Palazzo Chigi da premier Conte, insieme al suo governo prima in gialloverde e poi in rossogiallo, si disinteressava di quella che doveva essere assunta come la questione patriottica per eccellenza: dare più peso, con investimenti e maggiori poteri, a Roma per dare più forza all’Italia.
La beffa
Le dichiarazioni del neo-leader stellato in una lettera al Corriere della Sera su Milano uber alles, meritevole di una «legge speciale», fanno tornare alla mente per converso tutti gli ostracismi che durante i suoi governi ha incontrato il Salva-Roma e non soltanto per i niet leghisti ma per tutto un complesso di ostacoli filo-nordisti messi in campo anche dal Pd e dai 5 stelle.
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Il paradosso
Ma Conte ha bisogno di consenso al Nord, e infatti ha annunciato che da lì partirà il suo tour promozionale. E il motivo è che a Milano il candidato sindaco 5Stelle, oltretutto ancora da designare (in pole c’è Elena Sironi ma manca ancora l’ok dei vertici nazionali), è quotato tra il 3 e il 5 per cento (sondaggio di tre giorni fa targato Opinio Italia per la Rai). Il paradosso è che un movimento sparito e non resuscitabile a Milano (al punto che si spera di farsi imbarcare dal dem Sala) insiste con il suo leader su Milano invece di concentrarsi su Roma. Che è l’unica città in cui ancora M5S ha un volto spendibile e in corsa - Virginia Raggi - e il sostegno primario del leader del movimento per la candidata che lo rappresenta e che rappresenta Roma sarebbe stata la cosa più naturale dal punto di vista politico e geopolitico. La Raggi se è come è probabile arrabbiata non lo dice (comunque aveva chiesto a Conte nei giorni scorsi maggior impegno su Roma) e mostra di prenderla sportivamente: «Non vedo nessuna contrapposizione tra Roma e Milano nel discorso di Conte. E Conte è stato in prima fila ed ha spinto con decisione affinché arrivasse in Parlamento la legge sui poteri per la Capitale». Parole che vanno inserite legittimamente nelle dinamiche interne a M5S. Fuori di lì, resta il fatto che un neo-leader a trazione nordista quando tutto si sta muovendo, o almeno si spera, verso una visione più generale e meno egoistica dello sviluppo italiano non sembra essere partito con il piede giusto.
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