Di Maio nel mirino del New York Times: «Attaccava i papà dei suoi avversari, ora è toccato a lui»

Di Maio nel mirino del New York Times: «Attaccava i papà dei suoi avversari, ora è toccato a lui»
Di Maio nel mirino del New York Times: «Attaccava i papà dei suoi avversari, ora è toccato a lui»
di Domenico Zurlo
Giovedì 6 Dicembre 2018, 16:17 - Ultimo agg. 17:47
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Il New York Times ha sferrato oggi un duro attacco a Luigi Di Maio, tramite un editoriale dell’inviato del quotidiano newyorkese a Roma, Jason Horowitz: non è la prima volta che il prestigioso giornale americano attacca il Movimento 5 Stelle, già in passato lo stesso Horowitz aveva parlato con toni non esattamente entusiastici dello stesso Di Maio e di Davide Casaleggio.

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Tema dell’editoriale è la polemica degli ultimi giorni su Di Maio e il padre: Il padre, il figlio e i peccati della politica italiana, il titolo dell’articolo, in cui il New York Times accusa Di Maio «di aver creduto per tanto tempo che i peccati dei padri si ripercuotessero sui figli». «Poi è diventato lui il figlio», scrive. «Per anni Di Maio, leader del governo di coalizione populista in Italia, ha attaccato i suoi nemici politici cercando di macchiarli usando la presunta cattiva condotta dei loro padri - scrive Horowitz - Ora si è trovato coinvolto nel suo dramma familiare. Recenti notizie affermano infatti che suo padre pagava i suoi dipendenti in nero, e che ha costruito abusivamente a Napoli».

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«Lo scandalo ha provocato frenesia tra i critici di Di Maio, che affermano che i mantra del suo partito, ‘onestà’ e ‘trasparenza’, sono pieni di ipocrisia», continua il NY Times, che ricostruisce gli ultimi mesi - se non anni - di polemiche politiche, compresi gli attacchi a Matteo Renzi e Maria Elena Boschi (e i recenti commenti di questi ultimi) all'epoca dei loro incarichi al governo. Con la Boschi che in un video sui suoi profili social ha augurato a Di Maio e a suo padre di non passare ciò che lei ha passato ai tempi degli attacchi a suo padre per il caso di Banca Etruria.

Nel frattempo, scrive Horowitz, ad aspettare in silenzio c’è Alessandro Di Battista: «Mentre la popolarità dei 5 Stelle è in discesa, gli osservatori politici hanno iniziato a chiedersi quando il partito potrebbe staccargli la spina - si legge nell’articolo - ad attendere dietro le quinte c’è Di Battista», che però potrebbe anch’egli, commenta il NY Times, avere qualche problema. «Suo padre Vittorio aveva un busto di Mussolini all’ingresso e ha proclamato con orgoglio il suo passato fascista», scrive. E a gongolare, sullo sfondo, c’è Matteo Salvini, il cui «sostegno è in aumento man mano che quello a Di Maio si affievolisce». Insomma la politica italiana, per noi così noiosa, agli occhi di chi ci guarda dall'estero è invece più interessante che mai.
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