La memoria delle vittime di mafia
oltre la retorica: i progetti a scuola

La memoria delle vittime di mafia oltre la retorica: i progetti a scuola
di Giovanni Laino*
Lunedì 15 Maggio 2017, 09:10 - Ultimo agg. 19 Giugno, 10:43
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Fare memoria delle vittime delle mafie può diventare azione retorica, ripetuta per conformismo, senza un profondo riferimento ai sacrifici subiti e ai valori incarnati dalle vittime e delle loro famiglie. Un modo per evitare tale rischio è quello di associare la cura della memoria alla lotta all'esclusione sociale, alla reiterazione delle ingiustizie. L'Istituto Comprensivo D'Aosta Scura accoglie in quattro plessi, tre dei quali al centro dei Quartieri Spagnoli, più di novecento alunni, con una significativa presenza di ragazzi di famiglie con serie e gravi difficoltà e 137 di origine straniera (il 15%).

Da molti anni si riscontra la presenza di ragazzi con grave disagio, per il cumulo di bocciature, il dissesto delle loro famiglie, le difficoltà per condizioni di grave condizione psico-sociale di alcuni ragazzi. Una disabilità sociale ancora non nominabile né riconosciuta dai medici. Sofferenze che, anche per i limiti del contesto educativo, sfociano in una sorta di inadeguatezza del setting classe, con frequenti momenti di incontenibilità delle condotte di ragazzi che non provano quasi alcun agio nello stare a scuola. Per questi alunni, prima e insieme all'offerta di iniziative di sensibilizzazione sui problemi della lotta alle mafie, sulle utili iniziative di riuso dei beni confiscati, occorre costruire condizioni di agio, occasioni di socializzazione costruttiva, recupero della fiducia in sé stessi, esperienze di buona convivenza e buone realizzazioni, capacità di aspirare: pratiche di libertà. Sono i "trop out", per cui già si delinea un destino sociale di "soprannumerari", come li chiamerebbe Robert Castell.

Con il progetto Candido (CANtiere DIritti, Doveri, Opportunità), alcuni educatori dell'Associazione Quartieri Spagnoli che, presente dal 1978, opera dal 1986 nella zona, insieme con il Dirigente della Scuola, Prof. Tipaldi, i referenti del Consiglio di Istituto e le Insegnanti, stanno realizzando un'attività che prevede alternanza fra il dentro e il fuori della classe, momenti di animazione individualizzata o di piccolo gruppo, attività di recupero personalizzato, qualche esplorazione esterna e alcune visite presso beni confiscati riutilizzati per finalità sociali. Un'attività non facile, con diversi momenti in cui bisogna superare crisi emotive, decomprimere cariche di aggressività, smussare difficoltà provando continuamente a pacificare le situazioni, costruire momenti di agio e di condivisione gradita e costruttiva. Provare a ricostruire il senso condiviso di alcune basilari regole della convivenza.

Tener presenti i grandi principi della pedagogia attiva, l'accoglienza come invariante, la fiducia nei ragazzi, è sempre importante ma non evita le difficoltà generate dal bisogno di Alberto di gridare il proprio disappunto, o lo sclerare di Anna per motivi ignoti anche a lei stessa, o la necessità di distrarre Luigi dalla sua ferma intenzione di distruggere qualcosa, a partire dal telefonino dell'educatore. Un lavoro mai scontato, anche per parlare con il ragazzo che per esibizionismo, bisogno di aggressività, o altro misterioso motivo, urla frasi irripetibili in una manifestazione di commemorazione delle vittime di mafia. Si tratta quindi di aiutare i ragazzi a passare da una situazione molto compromessa alla lenta ricostruzione di un legame fertile, fonte di piacere nello stare insieme facendo cose utili. Magari anche cogliendo qualche successo scolastico, ma innanzitutto provando a costruire un orizzonte di senso condivisibile.

Nelle prossime settimane un gruppo ben più ampio di alunni con alcuni genitori (che non è mai facile coinvolgere), insegnanti ed educatori parteciperanno ad una serie di iniziative. Dopo la manifestazione svolta il 10 maggio a Piazza Municipio in ricordo dei tre agenti (Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro) vittime della scorta di Falcone, si realizzeranno alcuni incontri con altri familiari di vittime di camorra. Il 25 maggio poi sarà realizzata una visita di istruzione presso il Fondo Rustico Amato Lamberti fra Chiaiano e Marano, dove ai ragazzi verrà presentata la struttura, con alcune attività, partecipando ad alcuni laboratori. L'AQS sta organizzando anche un incontro con le mamme che verranno invitate a fare una semplice piccola gita in barca nel Golfo come occasione di relax ma anche incontro e condivisione sulla fatica di educare i propri figli. Un percorso non facile, non lineare. Una strategia educativa che prova a non semplificare troppo, provando a condividere modi per contenere l'ansia e governare le emozioni. Abitare i conflitti e le difficoltà evitando di sottovalutare i morsi dell'anima che i ragazzi assorbono dalle storie contorte di alcuni genitori, provando ad aiutarli a sottrarsi alle trappole della povertà, difendendoli da dinamiche che tendono a farli diventare dei soprannumerari, spinti ad incarnare un destino sociale di sofferenza, forse anche dentro i circuiti criminali.

Il sostegno della Fondazione Polis a tale iniziativa è uno stimolo molto importante. Le risorse indispensabili per realizzare in modo idoneo questa pedagogia sono però ben più ampie. Per questo l'Associazione, sempre in partenariato con la scuola, ha presentato alcuni progetti ad altre Fondazioni per ottenere un idoneo finanziamento, per azioni che nei quartieri più disagiati dovranno essere necessariamente di tipo continuativo, accorato quanto professionale e in qualche modo strutturale. Infatti la presenza di almeno decine di ragazzi in queste condizioni è ben nota in molte scuole dei quartieri più popolari e merita risorse specificamente dedicate, visto che spesso quelle dei PON non affrontano di petto tali problematiche.



*Associazione Quartieri Spagnoli Onlus
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