In memoria delle vittime di mafia:
un ponte tra Napoli e Salerno

In memoria delle vittime di mafia: un ponte tra Napoli e Salerno
di Fabio Giuliani *
Lunedì 19 Marzo 2018, 08:00
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Quest’anno la XXIII giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie arriva come un ponte tra la provincia di Napoli e di Salerno, con un corteo di decine di migliaia di persone che partirà da Pompei per arrivare a Scafati. È il modo in cui, quest’anno, la rete di Libera ha scelto di accendere i riflettori sui territori all’ombra del Vesuvio: dall’area vesuviana all’agro nocerino sarnese; territori in cui le camorre fanno ancora sentire tutta la loro forza e la loro presenza. Abbiamo scelto due città simbolo, Pompei e Scafati, per riempire di senso le parole “memoria e impegno” contro le mafie in Campania. Abbiamo scelto di partire da Pompei, dall’ingresso degli scavi archeologici: è riscoprendo la bellezza della nostra terra e le radici profonde della nostra civiltà che possiamo riempire di senso la memoria, sempre più attuale, delle vittime che hanno perso la vita per mano delle camorre. Cammineremo fino a Scafati con i familiari delle vittime innocenti in testa al corteo. Non saranno soli: seguirà dietro di loro un infinito serpentone di scuole, associazioni, comuni, realtà di impegno sociale e culturale, singoli cittadine e cittadini. Dagli scavi di Pompei, luogo capace di evocare la straordinaria potenza della memoria, arriveremo a Scafati, la città in cui abbiamo scelto di rinnovare il nostro impegno contro le camorre. Proprio lì, dove neanche un anno fa il Comune è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche; proprio lì, dove è evidente, dalle indagini in corso, il profondo legame che c’è tra corruzione e camorre, dagli appalti alla gestione della cosa pubblica; proprio lì, dove scoppiano ancora bombe in centro città, anche in queste settimane, per intimidire il territorio e le attività commerciali. L’agro nocerino è un territorio devastato dalle illegalità: lo sfruttamento della manodopera migrante da parte dei caporali, la devastazione ambientale provocata dagli sversamenti illegali nel Sarno e nei suoi affluenti, da parte di tante industrie locali, causa dell’aumento di malattie tumorali tra la popolazione di tutto il territorio.

Attraverseremo le strade in corteo non solo per denunciare questi pericolosi intrecci, ma per liberare Scafati. In una delle città medaglia d’oro della Resistenza al nazifascismo, vogliamo portare una nuova resistenza: quella delle cittadine e dei cittadini che alzano la testa con dignità per chiedere giustizia sociale, sviluppo e legalità per il proprio territorio. Nonostante la scelta di territori di provincia per la manifestazione del 21, vogliamo parlare a tutte le cittadine e i cittadini campani. Non è solo Scafati, o l’agro nocerino, a vivere il dramma dello scioglimento dei Comuni per infiltrazione mafiosa, né tantomeno quello della devastazione ambientale o del caporalato. Sono sette i Comuni sciolti per infiltrazione camorristica dal 2015 in Campania, nella regione che detiene il primato in Italia per numero di Comuni sciolti dal 1991 ad oggi; continuiamo a pagare sulla nostra pelle il prezzo dei crimini ecomafiosi; i migranti, da Nord a Sud della Campania, sono sfruttati dal quel cancro che chiamiamo caporalato. Scegliere di scendere in piazza a Scafati è quindi un vero atto di coraggio: quello di chi non vuole parlare di camorre soltanto quando c’è un atto di violenza da raccontare, ma di chi vuole mettere a nudo le contraddizioni profonde che rafforzano il crimine organizzato nella nostra regione: gli affari, gli intrecci politici, il potere economico. Nella piazza dove si concluderà la giornata, leggeremo tutti gli oltre novecento nomi di vittime innocenti delle mafie; lo faremo in contemporanea con altre decine di piazze in giro per l’Italia, in connessione con Foggia, la città simbolo della giornata nazionale di quest’anno. Ricorderemo le vittime innocenti di tutta Italia, a partire da quelle del territorio: Marcello Torre, Tonino Esposito Ferrajoli, Marco Pittoni, e tante e tanti altri di cui ancora non conosciamo il nome.

Il 21 di marzo sarà il primo giorno di primavera. Sarà un giorno di festa e di speranza: ogni volta che il 21 marzo attraversa la città, qualcosa di profondo cambia, resta una consapevolezza, una speranza, una coscienza collettiva che si fa motore di cambiamento. È il potere, il miracolo che la memoria è capace di lasciare nei territori. Siamo convinti che anche per Pompei, anche per Scafati sarà così.

* Referente regionale Libera Campania
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