Codice Antimafia, si va verso la riforma

di Francesco Menditto Magistrato
Lunedì 15 Febbraio 2016, 17:39
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La Camera dei Deputati l’11 novembre 2015 ha approvato numerose modifiche al codice antimafia. Anche questa volta, così come per la legge n. 109 del 1996 sull’utilizzo a fini sociali dei beni confiscati alle mafie, il Parlamento si è mosso su impulso di un disegno di legge d’iniziativa popolare, avanzato da numerose associazioni, tra cui Libera, depositato nel luglio 2013. Deve prendersi atto, con soddisfazione, dei numerosi miglioramenti che si vogliono introdurre in materia di contrasto alla criminalità da profitto alimentata dalle associazioni mafiose, dalla corruzione e dall’economia illegale. Si interviene sulle criticità esistenti per meglio perseguire l’obiettivo per cui il “delitto non paga”, nella consapevolezza che sottraendo gli immensi patrimoni illegalmente accumulati e recuperandoli alla collettività si riafferma il principio di legalità che è il fondamento di uno Stato democratico. E’ possibile sintetizzare il contenuto del testo approvato dalla Camera che, all’esito di un iter non agevole e in attesa della discussione in Senato, pur con alcuni limiti raccoglie in gran parte le richieste degli operatori del settore e del mondo dell’associazionismo. Estensione delle norme sulla confisca dei beni ai mafiosi a chi commette reati di corruzione(e altri reati della stessa natura). Viene accolta una richiesta avanzata da tempo nella campagna promossa da Libera Riparte il futuro e che è stata ripresa da dichiarazioni di esponenti del Governo. E’ prevedibile che al Senato su questo tema il percorso non sarà agevole trattandosi di una modifica osteggiata da molti. Accelerazione del procedimento, che attualmente dura mediamente 6 anni; un tempo in cui il bene è sequestrato (perciò gestito provvisoriamente da organi dello Stato), potendo essere destinato a fini pubblici solo con la confisca al termine di tutti i gradi di giudizio. Si prevede la trattazione prioritaria dei procedimenti e si istituiscono sezioni specializzate del Tribunale in sede distrettuale, nella consapevolezza che solo una rapida conclusione del giudizio evita il deterioramento dei beni e favorisce una loro migliore e più rapida destinazione, se confiscati, o restituzione alla parte se il sequestro non è fondato. Potenziamento delle norme su sequestri e confische, riconoscendo agli interessati il pieno diritto di difesa, con un migliore coordinamento delle indagini patrimoniali. Trasparenza e rotazione nella scelta degli amministratori giudiziari, i professionisti che gestiscono i beni sequestrati sotto la direzione del Giudice o dell’Agenzia nazionale. Vengono introdotte numerose modifiche, in larga parte condivisibili, che però fissano un numero massimo di incarichi conferibili al singolo amministratore (non più di tre), tale da non consentire la formazione di adeguate professionalità. Queste norme, che traggono origine da alcune vicende che hanno coinvolto magistrati e amministratori (su cui vi sono indagini in corso), possono essere temperate attraverso un opportuno coordinamento tra la necessaria rotazione degli incarichi – che consente di incrementare le professionalità – e l’indispensabile specializzazione degli amministratori giudiziari, evitando eccessive rigidità.
E’ prevista, innovativamente, la possibilità di nominare quali amministratori, nei sequestri di aziende di particolare interesse socio-economico, esperti iscritti all’Albo indicati tra i suoi dipendenti da Invitalia Spa(società interamente partecipata dal MISE). Andrà verificato in concreto se questa nuova figura di amministratore consentirà un miglioramento della gestione dei beni sequestrati. Si accelerano lo sgombero e la liberazione dei beni sequestrati e confiscati, con l’obiettivo di evitare, come talvolta accade oggi, che i beni siano illecitamente occupati per anni dai soggetti nei cui confronti è stata disposta la confisca. Numerosi gli interventi di sostegno alle aziende sequestrate, in attuazione delle richieste avanzate col disegno di legge d’iniziativa popolare “Misure per favorire l'emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata”, che si proponeva di intervenire sulla drammatica situazione per cui oggi cessano la loro attività il novanta per cento delle attività produttive sequestrate. Si procederà a una tempestiva valutazione, distinguendo tra le aziende sequestrate “irreversibilmente” alimentate dai capitali di provenienza criminale, che perciò non possono essere legalizzate, e quelle che attraverso un opportuno percorso di accompagnamento possono essere recuperate all’economia legale. Nel primo caso si procederà alla chiusura, tutelando i lavoratori con gli ordinari strumenti di sostegno (cassa integrazione guadagni), nel secondo caso interverranno provvedimenti di sostegno: finanziamenti tramite un Fondo di garanzia per il credito bancario e per il sostegno agli investimenti e all’emersione alla legalità; coinvolgimento dei rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni datoriali e dei lavoratori; supporto tecnico, a titolo gratuito, di imprenditori attivi nel medesimo settore o in settori affini, ecc. Si prevede, infine, la riorganizzazione dell'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, che viene posta sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio, da un lato perché coinvolge professionalità riferibili a diversi settori (Ministero dell’Interno, della Giustizia, dell’Economia, dello Sviluppo Economico, della Coesione Territoriale), dall’altro per il valore simbolico della sua funzione che, perciò, va riferita all’intero Governo. Occorre augurarsi una rapida approvazione del disegno di legge, pur dopo qualche utile modifica; un testo organico e meditato che tenta di affrontare gran parte delle criticità del Codice Antimafia, raccogliendo le proposte avanzate dal disegno di legge d’iniziativa popolare. Va registrato con favore l’impegno del Presidente del Senato Pietro Grasso per un rapido esame del disegno di legge. I beni confiscati e i tanti che lavorano per la loro valorizzazione non possono più aspettare.
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