Cerbiatti siamesi con due teste. Un rarissimo ritrovamento nei boschi del Minnesota

Cerbiatti siamesi con due teste. Un rarissimo ritrovamento nei boschi del Minnesota
di Paolo Travisi
Martedì 15 Maggio 2018, 15:09 - Ultimo agg. 16 Maggio, 15:52
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La natura continua a stupire. Un esemplare rarissimo è stato ritrovato nelle foreste dello stato americano del Minnesota, da un uomo che stava cercando funghi. Si tratta di un cerbiatto siamese con due teste. Più che raro unico, visto che allo stato selvaggio è la prima volta che vengono ritrovati gemelli siamesi di questa razza. Altri casi simili infatti, sono stati osservati solo nell'utero. Purtroppo i due cuccioli d'animale sono nati senza vita e ritrovati poco dopo il parto, puliti ed asciutti. L'istinto materno ha seguito il suo corso, prima che mamma cerbiatto si accorgesse della morte dei neonati. Il ritrovamento tra i boschi è avvenuto un paio di anni fa, ma la notizia ha avuto eco solo ora, in seguito alla pubblicazione scientifica di American Midland Naturalist, di cui fa parte anche uno studioso italiano, Gino D'Angelo, naturalista dell'Università della Georgia.
 

 


Il gruppo di ricerca ha svolto sul corpo dei cerbiatti una serie di esami, tra cui autopsia, risonanza magnetica e tomografia, nel tentativo di dare una spiegazione a questa anomalia. “Non possiamo nemmeno stimarne la rarità – ha affermato D'Angelo - delle decine di milioni di cerbiatti che nascono ogni anno negli Stati Uniti, probabilmente ci sono anormalità che accadono in natura di cui non siamo nemmeno a conoscenza”. I piccoli cerbiatti sono uniti in un solo corpo, finché la colonna vertebrale non si divide in due colli e due teste separate. Inoltre avevano due cuori, ma all'interno di un sacco comune. Avevano la pelliccia, le teste e le gambe del tutto normali. Secondo gli scienziati non avrebbero mai respirato, quindi nati già privi di vita. I dati in possesso ai ricercatori, rivelano che la nascita di gemelli siamesi tra gli animali selvatici, è un evento estremamente raro, mentre è più comune tra pecore, mucche e gatti. Sono solamente 19 i casi registrati dalla letteratura scientifica tra il 1671 ed il 2006.

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