Dopo un po', col cambio della guardia dei presidenti, è toccato a Baltique il labrador nero di Mitterand. Ma poi ecco la sterzata. Il Labrador lascia la cuccia presidenziale. E con l'insediamento di Chirac, un piccolino bianco varca la soglia del Palazzo: un maltese di nome Sumo.
Giro di poltrone e di presidenti. Ma i gusti cinofili non cambiano. Rispunta il gettonatissimo labrador: Clara, con il suo umano Sarkozy.
A proposito. Anche Hollande adora i Labrador. Tanto che la sua Philae diventa anche mamma di 10 cuccioli durante il mandato presidenziale.
Adesso con il giovane Macron la musica canina cambia. Le preferenze pure. Addio Labrador. Debutta un molossoide all'Eliseo. Benvenuto al Dogo argentino dal nome un po' scontato: Figaro.
Insomma, i presidenti francesi amano tutti i quattrozampe.
Meglio se cani. E non se ne separano mai. Proprio come i colleghi americani. Fino a Mr. Donald. Sì perché, dopo ben 130 anni di presidenti amanti di cani e gatti, la tradizione canina alla Casa Bianca si interrompe bruscamente. Niente pet in casa Trump. Questione di gusti. Quel che viene da chiedersi invece è - con buona pace di tutte le code di razza - a quando anche un meticcio nei palazzi del potere?