Frane e voragini: il Vesuvio è off limits

Frane e voragini: il Vesuvio è off limits
di Francesca Raspavolo
Sabato 13 Ottobre 2018, 22:59
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Da una settimana è impossibile visitare il Gran Cono del Vesuvio: il nubifragio dello scorso weekend ha provocato frane e smottamenti e fatto crollare un costone lungo il sentiero che conduce al cratere del vulcano. Da allora l’accesso alla bocca dello sterminator Vesevo è off limits: chiusa la biglietteria a Ercolano, transennata la strada sterrata che da quota 1000 porta al Gran Cono, un’immensa voragine si apre sotto il corrimano in legno che, fino al 6 ottobre, aveva accompagnato migliaia di escursionisti in vetta. Ora invece il burrone impedisce a tutti, perfino alle guide più esperte, di arrampicarsi. Ieri mattina guide naturaliste e tecnici hanno eseguito un sopralluogo per verificare la gravità del cedimento: il sentiero è franato in un punto mentre in un’altra parte è ricoperto da pietre, detriti, rocce. Dunque c’è da realizzare un intervento doppio prima della riapertura, uno di messa in sicurezza dell’area ancora a rischio crollo, uno di pulizia.

Ormai da sette giorni i turisti sono costretti a fare tour alternativi, a rinviare le escursioni o, peggio ancora, a rinunciare alle visite. Il danno del maltempo è ambientale, ma a ben vedere è anche economico: ieri mattina un gruppo di 150 tedeschi ha annullato la gita in programma sul Vesuvio. Come loro tanti altri turisti che in questo periodo, complici le alte temperature, sono in vacanza in Campania. «Proviamo a offrire percorsi non convenzionali ma nonostante il costo sia inferiore i turisti vogliono solo il cratere - racconta Giulia Pugliese, presidente di “Vesuvio Natura da esplorare”, associazione di naturalisti, geologi, biologi e guide del Parco Nazionale - Ieri mattina ci siamo arrampicati seguendo un sentiero diverso, abbiamo fatto il fiume di lava. Le opzioni sono tante». C’è la Riserva Forestale, un fitto bosco di pino domestico, frutto delle opere di rimboschimento realizzate dal Corpo Forestale dello Stato per consolidare gli instabili pendii vesuviani. C’è la Valle dell’inferno, lungo la strada che da Ottaviano si inerpica verso il Monte Somma. Ma il sentiero più affascinante per guadagnare la vetta è senz’altro il Gran Cono. «Infatti molti hanno disdetto la prenotazione - conferma Giulia Pugliese - A chi ci sta chiedendo il cratere spieghiamo la situazione e cerchiamo di proporre tour altrettanto interessanti dal punto di vista naturalistico».

Dopo i drammatici incendi del 2017 che causarono la chiusura della «via delle catene», la strada Matrone di Trecase, il Gran Cono ercolanese era l’unico varco d’accesso ufficiale al cratere. Nel 2017 oltre 600mila persone hanno esplorato l’oasi mentre in 400mila scelsero gli altri sentieri. Ora è corsa contro il tempo per riaprire il sentiero, prima che arrivi la stagione delle piogge. «La forestale è deputata a mettere in sicurezza il percorso: hanno eseguito un sopralluogo e stanno già lavorando, prevediamo tempi brevi», assicura Agostino Casillo, presidente dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio. Gli fa eco il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto, che del Parco è vicepresidente. «È il più grande attrattore turistico che abbiamo e stiamo lavorando notte e giorno per la riapertura, stando vicini agli imprenditori e ai commercianti che hanno investito. Ma abbiamo un obbligo di sicurezza nei confronti dei turisti oltre che di salvaguardia dell’indotto: il tragitto riaprirà soltanto quando sarà completamente sicuro».
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