Salerno, i «panchinari» in coda
per le dosi di vaccino avanzate

Salerno, i «panchinari» in coda per le dosi di vaccino avanzate
di Barbara Cangiano
Martedì 23 Marzo 2021, 00:00 - Ultimo agg. 11:49
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Qualcuno si è messo in fila dalle 15, armato di thermos di caffè. E alle 18.30 di ieri pomeriggio era nei primi dieci posti di una lista che ha sfiorato quota cinquanta. Non amano farsi chiamare panchinari o riserve. Loro, sono i volontari del vaccino. Un esercito di uomini e donne, dai 19 ai 70 anni, che ogni pomeriggio presidia i principali centri allestiti a Salerno dove si somministra, agli aventi diritto, Moderna o AstraZeneca. Ed è proprio quest’ultimo, il più discusso, nonché il più bistrattato, che sembrerebbe più facile da conquistare anche da chi non è ancora iscritto sulla piattaforma regionale. Da quando il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Francesco Paolo Figliuolo, ha annunciato che non sarebbe stata sprecata neppure una dose di vaccino, i volontari hanno deciso autonomamente di presidiare l’atrio dell’istituto scolastico Santa Caterina da Siena e il piazzale antistante il cinema Augusteo. Nel primo si riuniscono in prevalenza docenti e, dato il numero delle defezioni registrate dopo le polemiche sorte sul caso AstraZeneca, al loro fianco ci sono decine di salernitani pronti a porgere il braccio. 


Un criterio di selezione non c’è – ed è motivo di tensione – se non quello del chi arriva per primo. Domenica erano solo in sedici e con undici dosi avanzate è stato un giorno di festa per chi è riuscito a farsi inoculare un passaporto verso la normalità. Ieri, per effetto del passaparola, il numero dei volontari era già quadruplicato. All’ingresso è il signor Ciro a segnare su un foglietto i nominativi di chi arriva e stacca il numero. Un cittadino qualunque, con il pregio di aver maturato una certa esperienza nella gestione delle file dopo aver portato già mezza famiglia a farsi vaccinare. «Lo faccio per dovere civico», dice imbarazzato. L’elenco è lungo e variegato. C’è Francesca Pepe, 22 anni, che ambisce al vaccino «per poter riabbracciare mia sorella Federica che vive a Londra». Ci sono Chiara Sabatella e Massimiliano Palumbo, dipendenti di Expert, che sognano la fine di un incubo, pur nella consapevolezza che passerà ancora del tempo prima di tornare alla vita pre Covid: «Lavoriamo a contatto con il pubblico – spiegano – Purtroppo i controlli scarseggiano e questa è una zona rossa solo sulla carta, perché a differenza del primo lockdown le persone hanno meno paura, probabilmente perché a prevalere è l’insofferenza dopo un anno di sacrifici.

Siamo arrivati alle 15.45 e siamo al settimo e all’ottavo posto, quindi potremmo farcela. Incrociamo le dita».

Francesca Caronna è una bancaria: «La mia è una categoria che non si è fermata un istante, eppure non siamo affatto tutelati. Ho saputo da amici di questa possibilità e ho deciso di provarci. Purtroppo non c’è un criterio chiaro. C’è molto caos e si creano assembramenti, perché qui sta arrivando di tutto, dai professori le cui convocazioni erano finite nello spam a tanti, come me, che sperano di non dover aspettare un anno prima di sentirsi più protetti». Paura di AstraZeneca? «Macché, non capisco chi rinuncia. Io sono talmente esasperato che mi farei inettare la benzina se servisse a lasciarci alle spalle questo incubo – sbotta Antonio Giudice – Se non si sblocca questo caos sarà veramente dura. Corriamo il rischio di giocarci anche l’estate e per chi come me vive di turismo, sarebbe una batosta pesantissima». 

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Pochi, meno di una ventina, invece, i volontari in fila all’esterno dell’Augusteo. Qui si somministra solo Moderna ed i protocolli sono rigidissimi. Se avanza qualche dose – e in genere non sono mai più di due o tre – i volontari della Protezione civile effettuano una scrematura ma solo tra coloro che sono già iscritti in piattaforma e si procede, a scalare, per età. Domenica ce l’hanno fatta tre 79enni, ma solo perché all’appello mancavano ottantenni non prenotati. «Eppure una settimana fa era diverso – racconta Marcello Annunziata – Due miei amici sono riusciti a farsi vaccinare perché si sono presentati qui nei giorni caldi di AstraZeneca. Adesso che la voce si è diffusa, ogni sera siamo sempre più numerosi, ma anche più sfiduciati». L’appuntamento è alle 18 nei giorni infrasettimanali e alle 16 nel week end. «Non ho niente da fare – ammette la signora Lucia, 75 anni – Abito a pochi passi da qui, ho deciso di passare ogni pomeriggio. Prima o poi toccherà anche a me. Prego tutte le sere affinché avvenga presto: il mio desiderio più grande è quello di riempire di baci le mie nipotine».
 

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