Sono passati molti anni da quando si diceva che la Corte costituzionale parlasse soltanto attraverso le sue sentenze. Oggi non è più così. Ci sono i “social”, di cui anche la Corte fa uso, giustamente. In questo modo i cittadini sanno a cosa serve e cosa fa la Corte costituzionale, il più alto organo giurisdizionale del nostro Paese, che può eliminare le leggi del Parlamento (e delle Regioni) se sono in contrasto con la costituzione. La Corte, però, una volta l’anno, parla anche inmaniera ufficiale.
Lo fa attraverso il suo presidente, esponendo il bilancio della sua attività svolta nel corso dell’anno passato. Così è stato ieri con la relazione del presidente Augusto Barbera, alla presenza del presidente della Repubblica (che della Corte fu giudice).Innanzitutto, emerge un dato: sono diminuite le decisioni perché sono ridotti i ricorsi, sia in via principale che in via incidentale.Infatti, sono state prese 229 decisioni rispetto alle 270 del 2022, conun tempo medio per la risoluzione della controversia pari a 227 giorni.
Quindi, una più che ragionevole durata del processo. Il decremento del contenzioso è anche merito dei giudici ordinari, i quali anziché sollevare la questione di costituzionalità emanano una decisione costituzionalmente conforme, che disapplica le disposizionilegislative. Certo,non è il sindacato diffuso modello statunitensema oggi i giudici comuni hannomaggiori sensibilità daltono costituzionale. Ovvero daltono europeo, conla disapplicazione dinorme nazionali che contrastano conquelle dell’unione. Valorizzando oltremodo il primato del diritto europeo. Unaltro aspetto significativo del ruolo della Corte, messo in evidenza dal suo presidente, è quello relativo ai rapporti congli altri organi costituzionali,il Parlamento per primo.
Come salvaguardare la separazione dei poteri? Innanzitutto, rispettando i poteri: quello giudiziario, che deve essere indipendente e imparziale, e quello legislativo, che è espressione della sovranità popolare.
Tutto questo può determinare il caos, conil rischio di avereuna normativa vestita da arlecchino. La Corte costituzionale può sostituirsi al legislatore, con le sentenze additive, ma lo dovrebbe fare solo in casi estremi. Altrimenti,in nome di una leale collaborazione con il legislatore, con la tecnica della modulazione degli effetti temporali delle sentenze, segnalata dal presidenteBarbera. Come da tempo fanno altreCorti costituzionali sparse in Europa.In modo da consentire al Parlamento di avere tempo per provvedere prima che la pronuncia di incostituzionalità dispieghi i suoi effetti demolitori. In prospettiva futura si può immaginare qualche intervento innovativo, che renda la Corte ancora di più presente nelle dinamiche costituzionali. Riconoscere la possibilità alle minoranze parlamentari di ricorrere e aprire alle opinioni dissenzienti dei propri giudici.In nome del pluralismo delle idee, che serve a favorireuna maggiore conoscibilità esterna della Corte costituzionale e delle sue pronunce.