Spalmadebiti, sì della Camera
il Comune di Napoli è salvo

Spalmadebiti, sì della Camera il Comune di Napoli è salvo
di Luigi Roano
Giovedì 14 Dicembre 2017, 22:58 - Ultimo agg. 15 Dicembre, 22:48
4 Minuti di Lettura
La commissione Bilancio della Camera approva l’emendamento salva-Comuni in predissesto, per Palazzo San Giacomo si allontana e di molto lo spettro della bancarotta. Due emendamenti del Pd permetteranno a circa 300 comuni, tra cui appunto Napoli, di poter rimodulare il Piano di rientro del debito fino a 20 anni. Più stringenti si fanno anche le prescrizioni per gli enti locali come Napoli che dovessero sbagliare ancora rispetto agli obiettivi intermedi da centrare così come le Sezioni regionali della Corte dei Conti rileveranno negli accessi che faranno ogni 4 mesi. Nella direzione di salvare i Comuni, a patto che siano virtuosi, sono andati anche emendamenti di Forza Italia presentati dalla deputata e consigliera comunale Mara Carfagna e di Liberi e Uguali di Pietro Grasso. La commissione, ma qui i nodi politici non esistevano, ha anche dato via libera all’emendamento - caldeggiato dalla deputata e segretaria regionale del Pd Assunta Tartaglione assieme al parlamentare Tino Iannuzzi - che consente alla Regione guidata da Vincenzo De Luca di poter spalmare un miliardo di disavanzo più o meno alle stesse condizioni dei comuni. 
La battaglia politica interna al Pd su Napoli è stata carica di tensione anche con il Governo. Gia la notte tra mercoledì e giovedì è stata agitata con una riunione dei vertici del partito, a iniziare dal capogruppo alla Camera Ettore Rosato, alla quale hanno partecipato gli esponenti della componente di Matteo Orfini a cui fa capo la deputata e consigliera comunale Valeria Valente, che sul salva-Comuni hanno sostenuto tesi molto più severe rispetto a quelle del Governo e della commissione stessa, presieduta da Francesco Boccia. Alla fine, però, è prevalso il senso di responsabilità dei democrat, con il capogruppo Rosato, la Tartaglione, Iannuzzi e altri - sostenuti da congrui pezzi del Governo tra cui sembra anche il ministro per la Coesione territoriale Claudio De Vincenti - che hanno chiarito la ratio degli emendamenti. Che sono rivolti non a salvare l’amministrazione guidata dal sindaco Luigi de Magistris ma la terza città d’Italia dal default e altri 300 enti locali nelle stesse condizioni. Una battaglia - va sottolineato - che l’Anci, il cui vicepresidente è il sindaco Luigi de Magistris, che ha appreso la notizia mentre era al Quirinale dal Presidente Sergio Mattarella per la mostra dell’arte presepiale di Napoli, ha portato avanti per mesi ottenendo un grande risultato. Pungente il commento della Tartaglione: «Con i due emendamenti approvati in commissione, entrambi del Pd, il Partito dimostra ancora una volta grande senso di responsabilità, facendosi carico di situazioni di grave squilibrio finanziario come quella del Comune di Napoli, su cui pesa anche il richiamo da parte della Corte dei Conti. Riteniamo che l’inefficienza e l’incapacità dell’amministrazione de Magistris, che hanno condotto Napoli sul baratro, non possano essere pagate dai cittadini, che soffrono quotidianamente la quasi totale assenza di servizi». Per la segretaria regionale «alle chiacchiere e agli annunci del sindaco il Pd risponde dimostrando concretamente di essere accanto alla città e ai napoletani, con l’auspicio che l’amministrazione sappia dimostrare la stessa responsabilità e imporre un concreto cambio di rotta per ripianare gli squilibri finanziari». La Valente punta dritto al sindaco: «Si tratta di una norma, che risponde alle esigenze poste dall’Anci e da tanti Comuni, ma non è certo quella richiesta a gran voce in questi giorni da de Magistris». «Per il Comune - spiega invece Auricchio - è un’ottima notizia che ci consentirà di affrontare il nuovo anno con minori affanni. Ringrazio il Parlamento tutto per la sensibilità dimostrata». Un salvataggio in extremis: oggi scadono, infatti, i 60 giorni dati dalla sezione regionale della Corte dei Conti al Comune per rifare il Piano di rientro dal debito. Il Comune si apprestava a chiedere una proroga. Resta tuttavia in piedi la vertenza con la magistratura contabile e anche il ricorso fatto innanzi alle Sezioni riunite che si discuterà il 10 gennaio. Perché attiene a contestazioni che il Comune fa rispetto alla bocciatura avuta dalla Sezione regionale della Campania sul Patto di stabilità del 2014 e al saldo di finanza del 2016. L’impatto sui conti di Palazzo San Giacomo delle nuove norme è molto denso. Con la possibilità di poter rimodulare il Piano e spalmare il debito di 2,4 miliardi su 20 anni, la quota per il suo assorbimento da accantonare ogni anno scende da 180 milioni a meno della metà, liberando in questo modo soldi cash da investire sui settori in cui Napoli soffre, dal welfare ai trasporti. 
«La nostra intenzione - dice la Carfagna - era aiutare la comunità e richiamare gli amministratori ad un maggior senso di responsabilità. In ogni caso quella che è stata approvata è una mediazione che concede a Napoli e alle altre città in predissesto una chance. Che abbiamo accettato solo perché abbiamo a cuore i napoletani e perché non vogliamo che siano i cittadini a pagare un prezzo troppo alto».
© RIPRODUZIONE RISERVATA