Si fa presto a dire addio al petrolio

di Chicco Testa
Mercoledì 17 Gennaio 2018, 22:55
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Romano Prodi, nell’articolo pubblicato dal Mattino domenica scorsa, ci riporta alla realtà. La grande battaglia contro il cambiamento climatico che dura ormai da decenni non produce risultati. Le emissioni riprendono ad aumentare appena il mondo ricomincia a crescere. D’altra parte non potrebbe essere diversamente.
Sempre Prodi, infatti, ci ricorda che esistono nel mondo progetti per la costruzione di 1.964 centrali a carbone, che la Germania chiude il nucleare e usa la lignite. Aggiungo che, mentre si parla pomposamente di fine dell’era del petrolio, il 2017 ha visto il picco assoluto di consumi dell’oro nero con 97 milioni di barili giorno e che tutte le previsioni ci dicono che si avvia a sfondare nei prossimi anni i 100 milioni di barili per poi continuare a crescere negli anni successivi. Gli accordi internazionali valgono quel che valgono, compresa la defezione degli Usa di Trump, che per la verità negli anni passati hanno diminuito le loro emissioni grazie alla sostituzione del carbone con il gas reso disponibile dalle nuove tecnologie di estrazione, tendenza che probabilmente continuerà. Ma alla fine , ha ancora ragione Prodi, comanda l’economia. E quando essa cresce il fabbisogno di energia a basso costo cresce con essa . Senza contare i 2 miliardi di persone senza elettricità che lentamente diminuiscono grazie a nuovi impianti prevalentemente alimentati da combustibili fossili. 
Dove sta allora la soluzione? Intanto nel riconoscere la realtà. I combustibili fossili contribuivano 30 anni fa al 81% del fabbisogno energetico mondiale. Oggi la percentuale è esattamente la stessa, con i consumi aumentati di più del 70%. I combustibili non fossili pesano per meno del 5%, idroelettrico compreso. Il resto è un altro povero 5% di energia nucleare, l’unica fonte energetica «potente e continua» priva di emissioni. E un 10% di biomasse, vale a dire prevalentemente legna da ardere, ancora largamente usata soprattutto in Africa e Asia. Parliamo ovviamente di consumi energetici totali i e non della sola elettricità.
In secondo luogo, come sempre è avvenuto nella storia dell’umanità, solo salti tecnologici importanti possono mutare la direzione. Visto che stiamo di fatto rinunciando al nucleare quali altri? Le fonti rinnovabili? Per il momento hanno assorbito quantità gigantesche di incentivi ( 40/50 miliardi anno solo in Europa!) con modesti contributi alla riduzione di CO2. In italia gli incentivi al solare ci costano circa 7 miliardi anno e il contributo dato alla riduzione di CO2 si aggira intorno ai 10 milioni di tonnellate anno, con un costo medio di 700 euro a tonnellata. Per capirci sul mercato mondiale la tonnellata di CO2 costa circa 6 dollari. Cento volte di meno. 
È vero che nel frattempo il loro costo è assai diminuito e in alcune situazioni (alta ventosità e alta insolazione) costano meno delle fonti fossili , ma rimane il problema della loro intermittenza e della loro non programmabilità, visto che sole , vento e precipitazioni non dipendono da noi e hanno quindi bisogno, quando indisponibili, di notevole riserve, inevitabilmente fossili. L’ auto elettrica? Speriamo, ma ricordiamoci che occorrerà produrre molta nuova elettricità e le rinnovabili non basteranno. Un salto tecnologico , per la verità non ancora vicinissimo, potrebbe venire dalla capacità di una nuova generazione di batterie di accumulare energia elettrica in quantità considerevoli. Sempre che la loro produzione e smaltimento non abbisognino a loro volta di troppa energia. 
Rimangono a disposizione due risorse. Innanzitutto l’efficienza energetica . Se tutti gli impianti termoelettrici del mondo migliorassero i loro rendimento dell’1% risparmieremmo quanti enormi di combustibile e quindi di emissioni. E poi lo sfruttamento di una risorsa immateriale che si chiama informazione . Una grande parte di energia viene sprecata per la mancanza di informazioni corrette sui reali bisogni. Siamo un po’ tutti come un automobilista cieco che non conosce le condizioni del traffico intorno a lui. L’applicazione di tutte le nuove tecnologie di IT ( information tecnology) può consentire grandi progressi nell’ottimizzazione dei flussi energetici in ogni ambito: lavoro, casa, trasporti. Bisogna infine domandarsi seriamente non quale sia la tecnologia più sexy e alla moda, ma quale quella in grado di ridurre la CO2 al minor costo e nel modo più efficiente.
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