Di fatto, spiegano dal Viminale, le liste su cui lo “Scip”, più comunemente chiamato ufficio Interpol, lavora ogni giorno, sono almeno tre: la lista costantemente aggiornata dei ricercati a livello internazionale (europeo o generale) che vede al momento ricercati 247 autori di delitti di ogni genere; i cento nomi considerati prioritari e detta «i 100 latitanti pericolosi» e una ulteriore lista di «massima pericolosità», aggiornata ogni due anni, che include trenta nomi. A queste si aggiungono gli elenchi dei cosidetti «ricercati passivi» ovvero quelli che l’Italia cerca nel proprio territorio su richiesta di altri paesi e che vengono rispediti nel paese di provenienza.
I RICERCATI IN ITALIA
«Tra quelli che cerchiamo ci sono ovviamente nomi noti come l’ex brigatista Alessio Casimirri o Cesare Battisti - spiega il capo dello Scip, Gennaro Capoluongo - e certa è anche la localizzazione, uno è in Nicaragua e l’altro è in Brasile. Le nostre ricerche sono focalizzate soprattuttto su quelli di cui non abbiamo traccia certa».
In ogni caso, i numeri degli arresti eseguiti dall’Italia è impressionante. In media, all’interno dell’Unione europea vengono arrestati fino a 50 latitanti al mese: a dicembre sono stati 47, a gennaio 37, febbraio 50 a maggio 57 e a luglio addirittura 64, fino al numero totale di 389. Ma numeri consistenti, circa 30 al mese, sono anche quelli dei ricercati passivi, che ogni mese vengono rispediti all’estero. Il meccanismo di cattura internazionale è piuttosto complesso. Spiega ancora Capoluongo: «Lo Scip unisce il canale Interpol (190 paesi in tutto il mondo) e quello cosiddetto “Sirene” o Sis, canale di comunicazione per la ricerca di latitanti che mette in comunicazione solo i paesi europei che hanno aderito al mutuo riconoscimento, ovvero alla procedura di riconsegna “automatica” dei latitanti,
IL CASO BIEBER
La persona che commette un crimine in Italia, finisce prima di tutto in un mandato di cattura che, se ci sono gli elementi, può essere anche europeo. Nei paesi che hanno aderito alle convenzioni europee, basta questo trattato per arrestare il latitante e rispedirlo al paese richiedente, senza nessuna valutazione intermedia da parte dei magistrati o del ministero della giustizia. Nel caso del mandato di cattura internazionale, invece, una valutazione tecnica viene fatta dal ministro della giustizia italiano che dirama le ricerche e altrettante valutazioni, specie sul reato contestato, avvengono nel paese che esegue l’arresto e può anche decidere di non eseguire l’estradizione. Valutazioni del genere, del resto, vengono fatte anche dall’Italia: l’ultimo caso è stato quello del cantante pop Justin Bieber. Ad aprile, quando la star è arrivata in Italia, il nostro paese si è dovuto porre il problema se arrestarlo oppure no, sulla base di una richiesta arrivata dall’Argentina. Alla fine, si è scelto di non eseguire il provvedimento visto che Bieber era semplicemente accusato di non aver presenziato a un’udienza in tribunale.