Prof accoltellata, il 17enne: «Ho difeso l'onore di mia nonna»

Prof accoltellata, il 17enne: «Ho difeso l'onore di mia nonna»
di Mary Liguori
Venerdì 2 Febbraio 2018, 22:58 - Ultimo agg. 7 Febbraio, 13:57
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Santa Maria a Vico. Ancora pochi istanti di black out e avrebbe colpito anche l’altro prof. «Fatti indietro, altrimenti tiro una coltellata pure a te». Lo ha detto Rosario all’insegnante di sostegno prima di fuggire dall’istituto «Majorana-Bachelet» di Santa Maria a Vico dove, giovedì, il 17enne ha sfregiato la prof di italiano, Franca Di Blasio, tagliandole il viso con un coltello a serramanico. Il docente di sostegno, Luciano Mongillo, è stato l’unico adulto ad assistere all’aggressione. L’uomo ha cercato di difendere la collega e, quando ha visto la guancia della donna squarciata, ha cercato di bloccare il braccio del ragazzo. A quel punto, Rosario gli ha intimato di farsi da parte. Minacciando di colpire anche lui con la lama. È tutto a verbale.

Il fascicolo che ricostruisce la mattinata di giovedì gronda violenza e indifferenza. Una violenza forse addirittura premeditata perché Rosario, ai carabinieri e al pm Ugo Miraglia, ha parlato di una «questione d’onore». Ha detto che voleva «graffiare» la prof «per difendere l’onore della nonna» perché alcuni giorni prima, «la Di Blasio l’ha offesa: me lo ha detto un compagno di scuola». Le parole del ragazzo di Acerra, rinchiuso nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei da due giorni, trasudano anche indifferenza. Non ha mai chiesto in che condizioni fosse la prof. E non si è mostrato pentito, anzi. Nelle prime ore passate in caserma ha ripetuto più volte: «Devo pagare», con tono di sfida.

Il 17enne è crollato solo quando gli hanno detto che sarebbe andato in carcere. Prima di quel momento, Rosario si è più volte contraddetto. «Il coltello era sotto il banco», la prima spiegazione. Poi ha cambiato versione: «Ho trovato la lama fuori scuola». Nei sessanta minuti in cui ha parlato con il magistrato, il 17enne ha ammesso delle cose, ne ha taciute altre e, altre, forse, le ha inventate. Oggi, il gip Pietro Avallone dovrebbe disporre l’interrogatorio di garanzia. E Rosario si presenterà all’appuntamento con un nuovo difensore perché gli avvocati nominati giovedì sono entrambi stati revocati dalla famiglia.

Oggi, la professoressa Di Blasio dovrebbe essere dimessa. Ieri l’insegnante è stata sottoposta a una visita maxillofacciale a Caserta, poi è tornata all’ospedale di Maddaloni. Scossa, ma incredibilmente decisa ad assumere il ruolo di primo difensore del ragazzo. «Torno a scuola appena possibile - ha detto - ma Rosario non deve essere punito, chi lo punisce fa male a me». La donna ha riferito che «per quanto si rifiutasse di studiare, non avrei mai immaginato che avrebbe fatto una cosa simile».

Al «Majorana-Bachelet» insegnanti e operatori scolastici hanno paura. «I ragazzi possono entrare in classe armati: vogliamo i metal detector», hanno detto, nelle stesse ore in cui, a scuola, si teneva un consiglio straordinario, presenti i ragazzi, che hanno condannato con forza il comportamento di Rosario. E la preside Maria Giuseppa Sgambato ha ripetuto, ancora, che «L’istituto Bachelet resta una scuola di eccellenza».

A breve potrebbe esserci un’ispezione del Ministero nella scuola teatro dei fatti. La coltellata ha sfigurato il volto della donna, ma poteva andare peggio. E tutto è successo per un’interrogazione. E per le note che la prof ha affibbiato al ragazzo. «Rosario chiede di telefonare e si allontana in corridoio, poi rientra e risponde in malo modo al rimprovero». «Rosario si rifiuta di fare lezione». «Rosario, interrogato, risponde di avere mal di testa». È tutto sul registro di classe. Lo ha scritto la prof Di Blasio pochi istanti prima di rischiare la vita nel tentativo di convincere uno dei suoi alunni a lasciarsi interrogare. 
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