Padre Pio, la nuova icona della chiesa di Francesco

Padre Pio, la nuova icona della chiesa di Francesco
di Antonio Manzo
Sabato 6 Febbraio 2016, 23:46
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Un miracolo? No, in piazza San Pietro è la storia che passa e si muove come se contenesse una verità di cui la stessa Chiesa faticava a rendersi conto ma che il popolo di Dio aveva da oltre mezzo secolo percepito con la fede dei semplici. 
Ora Chiesa e popolo insieme in piazza, una complicità del presente e del futuro. Ci sono oltre ottantamila fedeli con Papa Bergoglio: il colonnato di San Pietro abbraccia anche le lastre di cristallo con le spoglie di due cappuccini santi, padre Pio e padre Leopoldo Mandic. Sono tutti e due santi, come Wojtyla e Giovanni XXIII, ma la naturale uguaglianza della santità stavolta sembra non esistere. Prima di tutti padre Pio, poi gli altri. Perché quel frate giudicato nel suo tempo come «mezzo santo e mezzo diavolo», perseguitato e insultato, è la nuova icona della Chiesa della misericordia. È la Chiesa non più «sepolta», ma presente attraverso il popolo che onora due santi poveri. Una Chiesa identica a come era stata concepita nel messaggio evangelico ora rilanciato da Papa Francesco nel più antico rito collettivo e globale della cristianità, il Giubileo. Eppure tutti e due i frati cappuccini santi, fermo restando l’ineludibile picco di popolarità per l’icona di Pietrelcina, consentono a Papa Francesco di rilanciare al mondo il metodo della preghiera come anticamera del perdono e della riconciliazione. 
«Ho voglia di andare a visitare San Giovanni Rotondo, di visitare la terra di padre Pio», ha detto il Papa dopo l’invito che gli era stato appena rivolto dal vescovo di Manfredonia, monsignor Castoro.
Ad appena un giorno dallo storico annuncio dell’incontro tra Francesco e il patriarca di Mosca che avverrà il 12 febbraio, il Papa passa dalla diplomazia della pace e del dialogo interreligioso alla coscienza, ancor più lontana nel tempo, della santità di due frati che pregavano in una povera cella francescana e conquistavano il mondo. Di fronte all’uomo senza confini ma senza speranza torna il Papa da due santi semplici. Dice Francesco: la preghiera «non è un’aspirina né un negozio». E il cuore di Dio «non è blindato come un sistema di sicurezza». 
In piazza ci sono circa ottantamila fedeli, arrivati fin dalle cinque del mattino per l’udienza ai gruppi di padre Pio, alla Casa Sollievo della Sofferenza e alla diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. Per l’umanità dolente e ferita, Francesco indica quelle spoglie che penetrano nel presente: fino all’11 febbraio prossimo resteranno in San Pietro. 
Padre Pio, ha ricordato il Pontefice, è stato un «servitore della misericordia, lo è stato a tempo pieno, fino alla sfinimento, è diventato un canale di misericordia» e «ha portato nel cuore tante persone e tante sofferenze», in particolare «ha vissuto il grande mistero del dolore offerto per amore». Quando il maxischermo rilancia le parole e le immagini di padre Pio nel giorno dell’inaugurazione della Casa Sollievo della Sofferenza, la piazza esplode in un boato. Moltissimi piangono quando risuona la voce di padre Pio con le parole registrate dalla Rai e pronunciate il 5 maggio del 1956 in occasione della inagurazione dell’ospedale. Disse allora ilo frate beneventano: «Cari e fratelli in Cristo, questa è la creatura che la Provvidenza aiutata da voi ha creato: la presento».
I partecipanti all’udienza, provenienti da tutto il mondo, hanno atteso l’arrivo del Papa ascoltando la meditazione del predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa. Quando Francesco è entrato in piazza sulla papamobile è stato accolto da un calorosissimo applauso. Poi è sceso dall’auto per salutare e scambiare qualche parola con una signora anziana e ha proseguito il tragitto sulla sua vettura. Ha impiegato venti minuti per raggiungere il sagrato ed ha salutato un gruppo di malati, tra cui uno in barella, e ha fatto loro distribuire alcuni rosari. Finito il discorso, poi, si è trattenuto mezz’ora abbondante a scambiare saluti con le persone. 
Nel discorso preparato e nei numerosi inserti a braccio, papa Bergoglio ha sviluppato il tema della preghiera e della assistenza ai malati, assistenza sia materiale che spirituale. «Anche i moribondi, a volte apparentemente incoscienti, partecipano alla preghiera fatta con fede vicino a loro e si affidano a Dio, alla sua misericordia». L’importanza di aiutare chi soffre e anche coloro che agonizzano ormai in fin di vita, non solo fisicamente ma anche con la preghiera, è sottolineata dal Santo Padre per il tramite di un racconto ispirato a un religioso di sua conoscenza in punto di morte. «Io ricordo - ha narrato - la morte di un amico prete, era un apostolo, un uomo di Dio, ma era in coma da tempo, non era ragionevole e i medici dicevano “non si sa come riesce a respirare”. «È entrato un altro amico prete - ha proseguito papa Bergoglio - si avvicinò a lui e gli parlò. Lui sentiva. “Ma lasciati portare dal Signore, lasciati andare, avanti”, gli diceva. E con queste parole lui si lasciò andare in pace». «Tanta gente - ha poi commentato il Papa - ha bisogno, per tanti malati, che si dicano parole, si diano carezze, si diano le forze per «portare avanti la malattia o andare incontro al Signore».
Nel pomeriggio, a sorpresa, anche Bergoglio è andato nella Basilica di San Pietro a venerare le spoglie mortali di padre Pio e padre Leopoldo Mandic. Francesco ha preso posto tra i banchi come un fedele comune, tenendo tra le mani un’immagine di Padre Pio. Poi si è unito ai fedeli che recitavano il Rosario, prima di far rientro a Santa Marta, mentre la coda dei fedeli in attesa di venerare i frati santi si snodava su piazza San Pietro fino all’imbocco di via della Conciliazione. Lavoro straordinario per gli uomini della sicurezza e dei sacrestani di San Pietro: orario di apertura della basilica fino alle nove. 
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