Nel mirino della Procura il flop delle gare per giustificare l'appalto d'urgenza

Nel mirino della Procura il flop delle gare per giustificare l'appalto d'urgenza
di Leandro Del Gaudio
Martedì 20 Febbraio 2018, 08:28 - Ultimo agg. 09:41
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Resta ad ascoltare in silenzio, per una manciata di minuti, quasi in posizione defilata. Poi, quando Nunzio - questa volta nei panni di se stesso, cioè di Nunzio Perrella ex boss della camorra - spara la cifra, tradisce una qualche emozione, prima di affidarsi all’ombrello più alto del potere politico amministrativo in Campania: «Noi dobbiamo parlare con il vicepresidente che è anche assessore al ramo». 

Eccolo Biagio Iacolare, ex vicepresidente del consiglio regionale, uno degli indagati dell’inchiesta sulla Sma, società regionale di cui è presidente, due anni fa protagonista del patto di Marano, con cui i centristi demitiani passano da Caldoro a De Luca. È lui uno dei protagonisti dell’inchiesta di Fanpage sulle presunte mazzette all’ombra della Sma e dell’emergenza rifiuti in Campania. Ed è sempre lui a tirare in ballo il vicepresidente della regione Campania, nonché assessore all’Ambiente Fulvio Bonavitacola, nel corso di una conversazione avuta in un albergo del Centro direzionale con l’ex boss della camorra Perrella, che si offre come imprenditore spregiudicato e pronto a rientrare nel sistema dei rifiuti in Campania. È il 17 gennaio scorso quando Biagio Iacolare dà il via libera ad un’operazione che vede protagonista anche il suo collaboratore, l’avvocato Rory Oliviero (ex presidente del consiglio comunale di Ercolano), assolutamente privo di alcuna investitura formale, che tratta la gestione dei fanghi dei depuratori della Campania per conto della Sma come se fosse un pubblico ufficiale. 

Nel video si parla esplicitamente di tangenti, di soldi che serviranno a finanziare la campagna elettorale, in uno scenario che merita una premessa: Fulvio Bonavitacola viene tirato in ballo una sola volta da Biagio Iacolare e non è pertanto indagato nel corso delle inchieste della Procura di Napoli che puntano a fare chiarezza sulla gestione della Sma e sulle gare d’appalto per la rimozione delle ecoballe in Campania.

Stando al video acquisito dai pm, Rory Oliviero avrebbe trattato una tangente da 50mila euro (25mila prima del contratto, 25mila dopo la firma) con l’azienda rappresentata dalla ditta di Nunzio Perrella, che si era fatta avanti proponendo un prezzo competitivo e un margine di tangenti nel corso del dialogo con Biagio Iacolare.
 
La valigetta 
È il nove febbraio, a conclusione della trattativa iniziata il 17 gennaio al Centro direzionale, Perrella consegna in piazza dei Martiri la valigetta (vuota) a Rory Oliviero: «Ci stanno cinquantamila euro - dice Perrella - quelle di prima e di dopo, siccome so che state facendo campagna elettorale», si sente nel registrato acquisito dalla Procura di Napoli. Ma restiamo alla cornice delle indagini. Uno dei punti centrali dell’inchiesta sulla Sma, la centrale regionale per la gestione dei rifiuti (fanghi, incendi, terra dei fuochi), sul quale sono in corso le indagini dei pm Sergio Amato e Ilaria Sasso del Verme, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. 

Le gare deserte
È il sistema Sma, quello dell’emergenza creata in vitro. Perché a Napoli le gare vanno deserte? È il tema delle indagini napoletane, c’è un’ipotesi battuta in queste ore sul meccanismo finalizzato a creare emergenza e gestire milioni di euro «a trattativa diretta»: prima vengono bandite gare pubbliche, con un’offerta che nessun imprenditore accetterebbe, in quanto poco conveniente da un punto di vista economico; la gara finisce con un nulla di fatto, deserta, al punto tale da aggravare l’emergenza. Solito refrain campano: passano i mesi e i fanghi nei depuratori si accumulano rischiando di trasformarsi in una bomba ecologica. Cosa accade ora? Scattano i meccanismi di somma urgenza, della trattativa diretta, dove salta ogni steccato: il prezzo per ogni tonnellata di fango lievita, viene scelta sempre la stessa azienda o sempre lo stesso cartello di aziende. Quanto basta ad ipotizzare l’esistenza di un «margine», del «nero», insomma, di tangenti. Sul punto c’è attenzione da parte dell’Anac di Raffaele Cantone che, a marzo del 2017 ha fatto un’ispezione sugli appalti Sma, mandando le carte in Procura, mentre sulle ecoballe l’Autorità anticorruzione tiene accesa una vigilanza attiva. 

Ma torniamo all’incontro del 17 gennaio, tra Perrella, Iacolare e Oliviero. Il boss offre un prezzo di partenza di 95 euro a tonnellata di fango, praticamente la metà degli standard delle gare. Dopo aver fatto un ragionamento tecnico, Perrella parla della possibilità di comprare voti per la prossima campagna elettorale, mettendosi a disposizione per un eventuale soccorso economico.

Cinquanta euro a voto
«Facciamo cinquanta euro a voto, facciamo una buona campagna elettorale, mi date la carta di identità (del potenziale elettore, ndr)», spiega ai suoi interlocutori. Ma Oliviero e Iacolare non saltano dalla sedia, si limitano ad ascoltare in silenzio. Poi si entra nel vivo della trattativa per consentire all’azienda di Nunzio Perrella di ottenere un affido a trattativa diretta, per la gestione dei fanghi dei depuratori. Dopo aver ascoltato Perrella, esordisce così: «Tengo rapporti diretti con il vicepresidente che è l’assessore al ramo, al quale devo delle spiegazioni, devo dargli numeri precisi, sono espressione di un governo». Ma il discorso torna a farsi economico, tecnico. Perrella insiste: «Novantacinque è il guadagno dell’azienda, poi dobbiamo vedere come ci dobbiamo guadagnare tutti quanti». Si sente ancora la voce di Iacolare, che spiega di voler intervenire contro «tutto sto sperpero di denaro pubblico», quindi ammonisce: «Non gonfiamo in modo esagerato...». Passa una notte, il 18 gennaio, altro filmato: questa volta al tavolino del caffè sono seduti l’uno di fronte all’altro solo Rory Oliviero e Nunzio Perrella. 

Ho carta bianca
Il primo esordisce facendo capire di avere il via libera da parte di Iacolare, parla come se fosse un manager della Sma: «Possiamo tranquillamente operare, abbiamo fatto le nostre verifiche», c’è ancora un riferimento a un presunto (e tutto da dimostrare) contatto tra Biagio Iacolare e Fulvio Bonavitacola. Poi abbassa la voce e inizia la presunta mercanzia: «Noi facciamo l’invito (all’azienda di Perrella) e valutiamo di fare 6-8 proroghe». Si parla di prezzi, si arriva a 195 euro a tonnellate, si parla di percentuali da dividere, fino alla storia delle mazzette. Dice Rory Oliviero: «Venticinquemila euro a me prima dell’invito e 25mila dopo la firma», tanto che Perrella - sempre più calato nella parte del finto imprenditore - non si fida, mostrandosi freddo di fronte alla possibilità di versare 25mila euro il giorno prima della stipula del contratto con la Sma. Si arriva alla fine, è il 9 febbraio, in piazza dei Martiri: Rory Oliviero stringe la mano di Perrella, che apre il suo bagagliaio e gli dà una valigetta, dicendo: «Qua ci sono 50mila euro, ho fatto una sola cosa, perché vi servono i soldi in campagna elettorale». Campo allargato, l’uomo con la valigetta se ne va, solo più tardi scoprirà che era piena di cartacce, in una trama che ora attende la versione sua e di Iacolare. 
 
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