Napoli, al liceo Sannazaro, prof
e papà alla «guerra» dei sei giorni

Napoli, al liceo Sannazaro, prof e papà alla «guerra» dei sei giorni
di Mariagiovanna Capone
Giovedì 23 Marzo 2017, 23:48 - Ultimo agg. 24 Marzo, 00:18
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Sabato niente scuola, si resta a casa. Un’opzione proposta dalla preside del liceo Sannazaro, Laura Colantonio, che però non piace a tutti i genitori. Anzi in molti sono preoccupati per il rendimento dei loro figli e per la didattica che potrebbe risultare più frettolosa. Un diniego che sta trovando consensi al punto da aver permesso a un nutrito numero di famiglie di stilare e firmare un documento che in queste ore sarà consegnato alla dirigente scolastica. «In qualità di genitori degli alunni delle classi con orario articolato su sei giorni abbiamo redatto una lettera con tutte le nostre perplessità», spiega Alfio Giuffrida, rappresentante della I C e sostenuto da un centinaio di altri genitori del prestigioso liceo vomerese.

La prima, e la più cocente, riguarda la delibera del Consiglio d’istituto del 22 febbraio scorso, in cui «nell’ottica dell’ottimizzazione, si prevede l’organizzazione progressiva su cinque giorni delle classi che appartengono alle sezioni a regime misto. Un documento che potrebbe rappresentare un riferimento per le prossime iscrizioni (cioè non offrire l’opzione 5 o 6 giorni) e vincolante anche in quelle che hanno il primo biennio a 6 giorni, e il secondo biennio e il monoennio a 5 giorni».

Una condizione in disaccordo con «l’opzione dell’articolazione su sei giorni, prevista dallo stesso Liceo Sannazaro al momento dell’iscrizione, e che ha rappresentato un elemento essenziale per la totalità delle famiglie nello optare su quest’istituto tra i diversi licei napoletani».

Per i genitori degli allievi del Sannazaro, infatti, il giorno di riposo non è a vantaggio «degli studenti ma probabilmente più per i docenti. I nostri figli sono gravati da innumerevoli attività extra che comportano il miglioramento della matematica, con la classe Pi-greco, dell’Inglese, con la classe Cambridge, e hanno perfino l’opportunità di sostenere l’esame di stato in francese e avere così due diplomi di maturità. Attività che noi genitori apprezziamo e sosteniamo perché formeranno l meglio i nostri figli. Ma è innegabile che il peso didattico può diventare stressante se sintetizzato in soli cinque giorni, mentre a nostro avviso è meglio distribuito sui sei giorni». 
A gravare ancora di più c’è l’alternanza Scuola-Lavoro che si inserisce nel programma del terzo anno in poi. «Il sabato arriverebbero esausti, con il risultato di prendersela comoda perché eccessivamente stanchi. La settimana corta avrebbe certamente sui ragazzi che non l’hanno scelta fin dall’inizio un forte impatto negativo sulla qualità dell’apprendimento (calo dell’attenzione nelle ultime ore, minore diluizione nel tempo dei contenuti da assimilare, maggiore quantità del lavoro da svolgere a casa) e determinerebbe per loro un disagio insostenibile, costringendoli a orari del tutto inadeguati. Inoltre, al fine di limitare il danno di orari improponibili e non nuocere agli alunni che abitano più lontano, spesso preconizza una riduzione dell’unità oraria di lezione, determinando un’ulteriore lesione dei diritti degli allievi». 

Timori basati su confronti avvenuti tra genitori nelle ultime settimane, «ma anche prima, quando cioè abbiamo iscritto consciamente i nostri figli al regime di sei giorni». Ad innescare le paure che «dal secondo biennio passeranno drammaticamente a cinque giorni senza opportunità di scelta», la recente convocazione dei genitori degli allievi neo-iscritti che hanno già scelto l’articolazione dell’orario settimanale prolungato, cui è stata proposta l’alternativa della settimana corta.

«Chiediamo di mantenere ferme e immutate le scelte già operate nell’interesse dei nostri figli, e rispettare tale posizione in qualunque momento quest’Istituto dovesse decidere di procedere a variazioni dell’orario per le classi degli alunni già iscritti. Ciò anche al fine di non violare il patto di fiducia stipulato con l’istituzione scolastica al momento dell’iscrizione».
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