Il Napoli di Ancelotti: tante certezze e qualche incognita

Venerdì 17 Agosto 2018, 23:01
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La grande attesa è finita. Oggi a Verona, sul campo del Chievo che a breve sarà processato dalla giustizia sportiva per presunti illeciti amministrativi, scende in campo CR7, il campionissimo Ronaldo che dovrà dare lustro alla Juve e alla serie A, apparsa negli ultimi anni fortemente depressa. Subito dopo toccherà al Napoli di Ancelotti, atteso all’Olimpico dalla Lazio.

Anche un anno fa a giocare gli anticipi nello stesso ordine furono Juve e Napoli, aprendo subito il duello che sarebbe durato otto mesi. È opinione diffusa che il copione non possa essere ripetuto in questo campionato non solo valutando i rinforzi messi a disposizione di Allegri per l’assalto alla Champions ma soprattutto perché nella griglia scudetto la squadra di Ancelotti sembra in posizione arretrata rispetto ad altre, dall’Inter alla Roma. È vero che gli ultimi giorni di mercato sono stati difficili - l’esterno Malcuit quinta scelta, il portiere Ospina preso in extremis, l’attaccante Inglese ceduto nonostante De Laurentiis lo ritenesse a inizio luglio parte integrante del progetto - ma non si può sminuire una squadra che ha grandi valori, certificati dai recenti campionati, e un allenatore autorevole che fa della gestione (e rotazione) dei giocatori e della duttilità tattica i perni del suo progetto di lavoro. E sono due elementi che possono aiutare Ancelotti, di cui vanno riconosciute qualità ed esperienza, in un avvio di campionato che si presenta in salita.

Un solo test su tre all’estero, quello col Borussia Dortmund, ha convinto. Negli altri due con Liverpool e Wolfsburg sono emerse carenze, soprattutto nella fase difensiva, che Mr. Champions dovrà tentare di colmare al più presto, mettendo in campo gli uomini che stanno meglio fisicamente e offrono maggiori garanzie sull’aspetto tattico, aiutando a mantenere l’equilibrio in campo. Ci sembra irrinunciabile la presenza di un mediano come Allan, nutriamo al momento dubbi sulla funzionalità di Hamsik da regista, sarebbe opportuno concedere più spazio al jolly d’attacco Verdi e considerare i proficui effetti dell’intesa tra Milik e Mertens. Se c’è stato un limite da parte di Sarri nel suo eccellente triennio è stato quello di aver avuto occhi solo e soltanto per i titolarissimi: le modifiche a un assetto base possono agevolare l’approccio al nuovo campionato, considerando anche le difficoltà legate al passaggio da una filosofia all’altra, un delicato cambio di indirizzo che Ancelotti cerca di rendere meno pesante evitando stravolgimenti.

Il primo test è impegnativo. La Lazio di Simone Inzaghi, in primavera tra i candidati alla sostituzione di Sarri, ha trattenuto Immobile, bomber da 41 gol nella scorsa stagione, e Milinkovic Savic, campione per cui Lotito aveva chiesto 100 milioni. Ha integrato la difesa con Acerbi. È una squadra aggressiva ma non ha continuità nell’arco della gara. Il Napoli dovrà essere corto con un’adeguata protezione davanti alla difesa e una forte spinta sulle fasce. A Milik, brillante nel precampionato, tocca confermarsi nelle partite che contano, magari con un avvio ricco di gol come quello di due anni fa, prima che subisse il grave infortunio. De Laurentiis e Ancelotti hanno condiviso la scelta di dare fiducia al polacco così come quella di puntare su un portiere giovanissimo, Meret, che ha saltato però l’intera fase precampionato e avrà bisogno di ulteriore tempo per studiare sul campo i nuovi compagni. Per ora avanti con Karnezis e Ospina.

Chi si aspettava che arrivassero campioni da Real, Chelsea, Paris St. Germain e Bayern Monaco - le ultime quattro squadre di Ancelotti - è rimasto deluso. Ma la filosofia di De Laurentiis - massimo rispetto degli equilibri finanziari - non è cambiata e peraltro un gruppo privato di un solo giocatore di movimento, Jorginho, resta un gruppo di valore. Il calcio d’estate accende la fantasia dei tifosi ed è normale che quelli di Inter e Milan (meno quelli della Roma perché le partenze di Alisson e Nainggolan rischiano di pesare moltissimo) si sentano in corsa per lo scudetto dopo tanti importanti acquisti tra calciatori italiani e stranieri, ma certe sensazioni possono essere effimere.

Ricordate cosa non si disse e scrisse un anno fa dopo la faraonica campagna acquisti del Milan, che avrebbe poi vissuto una stagione durissima? De Laurentiis ha assolute certezze nel lavoro di Ancelotti ed è lo stesso sostegno che aveva accordato ai predecessori di un allenatore che ha scritto la storia del calcio, che si rimette in discussione con una squadra che non ha calciatori galacticos e che deve subito cancellare le perplessità di una parte della tifoseria (è tutt’altro il discorso che riguarda le frange estremiste del tifo che hanno un solo dichiarato bersaglio a prescindere: il presidente). Sono perplessità collegate al mercato e alle prestazioni precampionato, non è disamore perché questo è uno stato d’animo che i tifosi napoletani non esprimono e non esprimeranno mai. Sulle scelte di mercato vi è una esplicita assunzione di responsabilità di De Laurentiis e Ancelotti le ha pubblicamente avallate. Chiarito questo, in agosto i veri tifosi non istruiscono processi ed emettono verdetti. Hanno maturità e competenza adeguate, tuttavia aspettano stasera il primo segnale importante. Ancelotti, a poche ore dal debutto, ha ribadito che ha scelto Napoli per vincere ancora ed è orgoglioso di lavorare per la prima volta al Sud. Lui che è arrivato al top col Milan conosce il peso della contrapposizione, anche calcistica, con il Nord e ciò lo stimola. Adesso accenda la magia azzurra.
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