Il Comune dimezza le Municipalità
Scampia con il Porto

Il Comune dimezza le Municipalità Scampia con il Porto
di Paolo Barbuto
Mercoledì 13 Dicembre 2017, 23:05
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Cos’hanno in comune Secondigliano e il Porto? Come si possono gestire le necessità degli abitanti di Scampia e di Pianura? È possibile far coesistere le necessità dei cittadini dell’Arenella e di Bagnoli? Date uno sguardo ai grafici che vedete in cima a questa pagina e vi spiegherete il perché di queste domande: c’è un progetto per ridisegnare le Municipalità della città, e quel progetto prevede accostamenti territoriali quantomeno azzardati.
È stato ufficialmente depositato il sei di dicembre il documento di riforma delle Municipalità. Numero di protocollo 953946 del registro del Consiglio Comunale: sei pagine che prevedono il disfacimento dei dieci parlamentini cittadini e la costituzione di cinque nuove macro aree per la gestione del territorio. Si tratta, per ora, di una proposta che andrà discussa nell’aula di via Verdi. Il progetto non è stato presentato dalla Giunta, viene dall’interno del Consiglio. Ma siccome il documento ha iniziato a diffondersi e a generare malumore soprattutto nei parlamentini della città è giusto che vada analizzato. Alla base dell’iniziativa c’è la necessità di risparmiare: «Perché l’attuale crisi economica su scala mondiale impone una riduzione improcrastinabile di quelli che sono i costi della politica», è scritto nelle prime righe del documento che prevede anche molte altre novità sull’organizzazione. Ma prima di approfondire i dettagli sulla composizione e sui vertici degli organi di rappresentanza locali, è meglio dare uno sguardo alla nuova rappresentazione della città che scaturisce dalla proposta pubblicata martedì scorso all’albo pretorio del Comune. Si allargano le aree di popolazione unificate sotto la bandiera della municipalità: in media ogni organo di amministrazione territoriale si troverebbe a rappresentare circa duecentomila abitanti, come i residenti di Brescia o di Campobasso. E siccome con la riduzione delle Municipalità si allargano le aree da comprendere, finisce che quartieri distanti, che hanno necessità differenti, si ritrovano sotto la stessa bandiera. E Torniamo al discorso iniziale: Vomero e Arenella possono avere la stessa gestione di Bagnoli? Secondo voi hanno gli stessi problemi e le stesse urgenze? Eppure si ritrovano tutti assieme, nell’ambito della nuova quarta municipalità. Discorso identico per Scampia e Pianura, ad esempio, riunite in una gigantesca Municipalità che abbraccia l’intera fascia esterna della città: possibile che possano essere gestite contemporaneamente dalle stesse persone? Secondo noi no, ma questa è solo la nostra visione dei fatti.
La situazione limite, però, è quella che riguarda l’ipotesi della futura Seconda municipalità nella quale sono inserite il Porto e Miano, San Lorenzo e Secondigliano. Si tratta, in questo caso, di una vera novità sul fronte dei parlamentini locali: vengono messi assieme quartieri che non sono nemmeno confinanti fra loro. Ai più curiosi segnaliamo che nel progetto che andrà in discussione al Consiglio comunale, la municipalità più corposa sarà la numero uno. Quasi 217mila napoletani riuniti assieme, per sei quartieri che vanno da Fuorigrotta a Posillipo fino a Montecalvario. Nel nuovo progetto di municipalità, invece, quella meno affollata sarebbe la quinta che abbraccerebbe l’area Est e raggiungerebbe appena 170mila residenti. A fronte di una riduzione del numero di Municipalità ci si aspetterebbe un aumento del numero di consiglieri: settori più ampi avrebbero bisogno di più rappresentanti per tutelare le esigenze di ognuna delle porzioni della città coinvolte nella nuova grande ammucchiata municipale. Invece no, la proposta, nata appunto per limitare i costi, cancella anche duecento consiglieri municipali. Non più trenta consiglieri per ogni parlamentino, coma accade oggi con dieci diverse rappresentanze, ma solo venti divisi per le cinque nuove strutture: a conti fatti resterebbero cento consiglieri municipali rispetto ai trecento di oggi. Anche se, per dirla con grande onestà, il costo dei consiglieri municipali è talmente lieve sul bilancio del Comune che, per quanto intenso possa essere il taglio, i risultati in termini di risparmio sarebbero quasi irrisori. C’è, almeno, l’idea di nominare due vicepresidenti per sostenere il lavoro del presidente municipale che, a questo punto, sarebbe travolto dal lavoro. Si creerebbe anche la figura del «presidente del consiglio municipale» che, però, non è ben identificata nella scarna presentazione al documento ufficiale. Tra le motivazioni che hanno spinto verso la proposta di revisione delle Municipalità, oltre a i benefici di bilancio, viene sottolineata anche la necessità di rendere più snella e agile la burocrazia e, soprattutto, la volontà di fare in modo che «le scelte riguardanti il territorio non siano ostaggio di veti a volte contrapposti fra loro». Insomma, l’idea è che meno persone ci sono in un consiglio, meno duelli fra governo e opposizione ci sono, così tutto fila liscio senza troppi problemi. Ovviamente la presentazione del documento ha suscitato malumore sia all’interno del palazzo di via Verdi che nelle sedi delle attuali municipalità. Si annuncia battaglia severa al momento della discussione di questa proposta di delibera consiliare. Chi s’intende di cose del Consiglio comunale spiega che non ha nessuna possibilità di andare avanti. Eppure con la costituzione delle città metropolitane si avanzò l’ipotesi di progetti analoghi. La creazione di macroaree territoriali doveva essere collegata all’esordio della struttura che ha sostituito la Provincia. E se questa proposta fosse davvero l’apripista per il futuro delle municipalità?
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