Meningite, muore napoletano 46enne
era già stato contagiato dodici anni fa

Meningite, muore napoletano 46enne era già stato contagiato dodici anni fa
di Ettore Mautone
Giovedì 14 Giugno 2018, 22:51
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Torna a colpire il meningococco in Campania: E. L. P., un uomo napoletano di 46 anni residente a Portici, è deceduto ieri mattina al Cotugno dove era giunto in gravissime condizioni. L’uomo era stato trasferito in urgenza, presso il polo infettivologico collinare, dall’ospedale Vecchio Pellegrini. Qui era stato precedentemente ricoverato, per circa mezza giornata, accusando sintomi generici. Un quadro clinico che, solo alla fine, con l’aggravarsi della situazione, ha fatto sospettare la meningite. All’arrivo al Cotugno sono scattati subito i prelievi di liquor (il liquido che circola nelle cavità cerebrali e nel canale midollare) e praticata la coltura di sangue. Il responso è arrivato nell’arco di poche ore. Nel frattempo le condizioni dell’uomo sono precipitate determinandone la morte per sepsi da meningococco. Una grave infezione generalizzata che rappresenta uno degli esiti fatali della terribile infezione. 
IL PRECEDENTE
Una particolarità, emersa dall’analisi della storia clinica del paziente, rimanda a una precedente infezione che lo stesso uomo aveva contratto nel 2006, quando era scampato alla meningite causata dal medesimo agente infettivo. Probabilmente ciò dimostra, a detta degli esperti, che nelle meningiti batteriche possa esservi un assetto genetico che favorisca la diffusione dell’infezione. Dopo quel vecchio ricovero gli fu consigliata la vaccinazione, mai praticata. Una profilassi che ora avrebbe potuto salvargli la vita.
LO SCENARIO
Quello di ieri è il sedicesimo caso registrato in Campania di meningite da meningococco ma di ceppi differenti (6 a Napoli, 2 a Ischia, 1 a Grumo Nevano, 1 a Marano, 1 a Saviano, 2 a Nocera inferiore, 1 a Torre del Greco e 1 a Eboli) di cui 8 mortali contro una sola vittima per ciascun anno negli ultimi due anni. Il fatto che circolino tanti ceppi differenti scongiura la possibilità di focolai epidemici ma aumenta contemporaneamente il rischio. Tra l’altro si tratta di casi sporadici sebbene ad elevata mortalità. Gli infettivologi a ogni evento infausto, e anche quando i casi per fortuna si risolvono nel migliore dei modi, consigliano vivamente di praticare le vaccinazioni. Non solo il freddo dell’inverno ma anche il clima umido di queste estati, figlie del cambiamento climatico, favoriscono infatti la virulenza dei ceppi. La vaccinazione dovrebbe dunque orientarsi sin dal primo anno di vita dei bambini verso la tetravalente (che copre i ceppi A, C, Y e W) offerta gratuitamente in Campania. Va fatta anche quella contro il ceppo B, che richiede un richiamo e prevede un ticket di 72 euro.
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