Licola: topi morti sull’arenile, bagnanti in fuga: «Basta»

Licola: topi morti sull’arenile, bagnanti in fuga: «Basta»
di Pasquale Guardascione
Venerdì 17 Agosto 2018, 23:01
3 Minuti di Lettura
Basta una bomba d’acqua e la piana di Licola si trasforma in un luogo degli orrori. Giovedì sera, dopo le piogge torrenziali dei giorni precedenti, l’alveo dei Camaldoli è esondato: l’acqua ha rotto gli argini in più punti ed ha allagato case e garage dei residenti. Ma non è finita qui. Ieri mattina, la spiaggia era invasa da rifiuti e carcasse. E da decine di topi morti. Scene di panico, disgusto e rabbia tra le decine di persone che speravano di poter godere di qualche ora di sole. «Avevo deciso di passare la mattinata sulla spiaggia ma appena arrivata sono rimasta sconvolta da uno spettacolo osceno», spiega Federica, giovane mamma di un bimbo: «C’erano topi morti sparsi sull’arenile, alcuni grossi come conigli; altri galleggiavano in mare, fino a quando la corrente li ha portati al largo. Un ragazzo ha avuto il coraggio e soprattutto lo stomaco di recuperare con un’asta di legno gran parte di quelli che stavano sulla sabbia per metterli vicino ai cassonetti dei rifiuti. Molte famiglie dopo aver visto tutto questo sono andate via».

«Ho avuto paura quando ho visto quei topi così grossi, al solo pensiero di stendere l’asciugamano sulla sabbia dove qualcuno di questi poteva essere finito mi è cresciuta l’ansia e sono andata via», dice Silvia, una residente. A Cuma, nel punto di immissione in mare del canale dei Camaldoli, l’arenile negli ultimi anni si è presentato spesso come una discarica. Una situazione, quella dell’Alveo, ancora più complicata dalla precarietà degli argini e dalla presenza lungo tutto il suo percorso di rifiuti di ogni genere. Gomme d’auto, carcasse di animali, ingombranti, materiali edilizi e plastica. Rifiuti abbandonati da un esercito di incivili che, aggiunti alla folta e mai curata vegetazione spontanea, quando piove ostruiscono il deflusso dell’onda di piena, costituendo nei pressi dei sottopassi veri e propri blocchi. 

Giovedì sera i viali che conducono alle abitazioni sembravano veri e propri fiumi. «È assurdo che ogni volta che piove i residenti debbano vivere nella paura», dice Umberto Mercurio, presidente dell’associazione Licola Mare Pulito. Qui l’altra sera si è addirittura rischiata la tragedia perché due uomini nel cercare di rompere la sponda per deviare il corso dell’acqua sono stati travolti per oltre venti metri, riportando numerose escoriazioni. «Il materiale, per lo più canneto ma anche rifiuti, accumulato ai bordi dell’Alveo Camaldoli - spiega Mercurio - ha ostruito il ponte innalzando il livello delle acque. In questo modo si sono rotti gli argini in più punti. Bisogna intervenire in maniera definitiva prima che accada una disgrazia». È stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco per riportare tutto alla normalità, dopo diverse ore.

«Il tratto di arenile su cui sono stati rinvenuti i topi morti è l’unico non balneabile per legge, perché si trova in prossimità del collettore dell’Alveo Camaldoli», spiega Salvatore Trinchillo, vicepresidente nazionale del Sindacato Italiani Balneari. «Abbiamo presentato negli anni numerosi esposti assieme all’associazione Licola Mare Pulito e continueremo a farlo. Il nostro obiettivo è ridare la balneabilità anche a questo tratto. Il problema dell’Alveo va risolto in maniera drastica e definitiva».
© RIPRODUZIONE RISERVATA