Ior, ribaltone del Papa via i cardinali dal cda

Ior, ribaltone del Papa via i cardinali dal cda
di Rosario Dimito
Venerdì 3 Febbraio 2017, 00:00 - Ultimo agg. 18:29
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Svolta allo Ior, la banca del Vaticano. Papa Francesco avrebbe ritirato i cardinali dalla governance dell’Istituto di Opere di religione. Senza clamori, ma con le procedure felpate tipiche d’oltre Tevere, nei giorni scorsi, secondo quanto ricostruito dal Messaggero presso fonti bancarie, nel corso della riunione del Consiglio di Sovrintendenza presieduto da Jean-Baptiste Douville de Franssu, sarebbe stato comunicato quello che può apparire un ribaltone. Il Cardinale Santos Abril y Castelló, presidente della Commissione Cardinalizia formata da altri cinque cardinali tra cui Pietro Parolin, segretario di Stato, avrebbe letto una lettera firmata da di suo pugno da Sua Santità. Poche righe nelle quali, «in deroga allo statuto», il Papa ritirava la Commissione cardinalizia dalle riunioni future dell’organo di governo della banca, di cui fanno parte anche il Prelato Monsignor Battista Mario Salvatore Ricca e il collegio dei revisori, presieduto da Mario M. Busso. 

LA TELEFONATA A MAMMÌ
Alla riunione del Consiglio di Sovrintendenza era prevista la visita di Jorge Mario Bergoglio. Poco prima dell’inizio del vertice alle ore 8, preceduto come prassi, dalla Messa celebrata dal Papa, quest’ultimo avrebbe telefonato al direttore generale Gian Franco Mammì preannunciandogli la sua assenza e la consegna di una lettera. Mammì è al timone dal 24 novembre 2015 e fu incoronato personalmente da Francesco intervenuto a quel consiglio per promuoverlo da vice direttore generale.

Nella missiva letta da Abril e chiusa con alcune righe di preghiera, non sarebbero indicati i motivi della clamorosa decisione di togliere i rappresentanti del potere religioso dai lavori dello Ior che resta formato solo dai membri laici. Il Consiglio di Sovrintendenza (equivalente a un cda) è stato rinnovato a metà dicembre e il plenum è stato ampliato a sette. Non c’è nessun italiano, dopo l’uscita, a maggio 2016, del banchiere Carlo Salvatori, con un passato al vertice di tutte le grandi banche italiane e Clemens Borsig. I due se ne sono andati «nel quadro delle legittime riflessioni e opinioni circa la gestione di un Istituto di natura e finalità così particolari come lo Ior» diceva una nota dell’epoca. Salvatori che è una figura di rilievo per competenze e integrità morale, avrebbe voluto contribuire al rinnovamento della banca troppe volte al centro di vicende opache promuovendone una diversificazione delle attività. Forse l’inquadramento del suo passo indietro potrebbe aiutare a interpretare le ragioni del ritiro della delegazione religiosa dallo Ior. 

IL RITORNO AL PASSATO
A luglio 2014 è partita la riforma delle strutture economiche della Santa Sede e il Papa ha affidato grandi poteri al nuovo Prefetto per l’Economia, il cardinale australiano George Pell. In quel periodo di rodaggio non tutti hanno chiaro quale ruolo avrebbe continuato ad avere la Commissione cardinalizia di vigilanza sulla banca vaticana che ha sede nel Torrione Niccolò V. 

de Franssu avrebbe voluto istituire una sicav, società d’investimento a capitale variabile in Lussemburgo per gestire parte dei depositi dell’istituto da una piazza che beneficia di una fiscalità agevolata. Ma Papa Francesco, di concerto con il cardinale Abril, ha bloccato il progetto. Bergoglio e Mammì, portano avanti un’altra mission, fondata sulla vocazione originaria dell’Istituto: fornire servizi agli ordini religiosi e ai clienti che hanno titolo per servirsi dello Ior. Questa mission non esclude gli utili ma privilegia la fornitura di servizi. Lo Ior comunque continua a gestire e ad amministrare le risorse delle congregazioni e degli ospedali. C’è chi ritiene che il ritiro dei Cardinali sia un segnale chiaro del Papa per evitare condizionamenti da parte dei laici.

 

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