Il professionista campano: «Preso
bitcoin per gioco, ora ho 42mila euro»

Il professionista campano: «Preso bitcoin per gioco, ora ho 42mila euro»
di Nico Casale
Sabato 20 Gennaio 2018, 10:29 - Ultimo agg. 10:39
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È partito acquistando dieci bitcoin pagandoli dieci euro. Oggi, dopo sette anni, quei dieci sono diventati, più o meno, quarantamila euro. «Se non avessi speso sette dei dieci bitcoin a pochi mesi dall'acquisto nel 2010, ora avrei davvero un tesoretto». A parlare è un professionista salernitano. Trentaquattro anni, una passione per il web, una dimestichezza con le criptovalute acquisita sul campo. Sono queste le uniche informazioni che Francesco (lo chiameremo così perché vuole restare nel totale anonimato) autorizza a rendere pubbliche. Raccontare la sua esperienza di trading online in chiave moderna, fatta di criptomonete, di portafogli virtuali e di ragionamenti e azioni da vero giocatore di borsa.

Nel 2017, il boom. Creato nel 2009, non si serve di un istituto bancario centrale. Il suo valore dipende dalla domanda e dall'offerta. Nel mondo esiste un certo quantitativo di bitcoin: all'aumentare della richiesta di moneta, il suo valore cresce. Le transazioni eseguite con il bitcoin sono tracciate, ma criptate, quindi anonime. Si possono scambiare criptomonete solo tra chi è in possesso di un indirizzo bitcoin. Se si ha la chiave di cifratura, si potrà sbloccare l'ammontare ricevuto. Se no, è nebulosa. Le transazioni sono certificate dai cosiddetti «miners». Ognuno di loro esegue e risolve algoritmi consumando tanta energia da alimentare un intero condominio e di più. Il sistema dei bitcoin consuma energia quanto 4,8 milioni di famiglie italiane. Secondo uno studio di Selectra, la criptovaluta costituisce una minaccia più per l'ambiente che per i portafogli digitali, dato che per essere prodotta richiede un'elevatissima quantità di elettricità. Mentre continuano le discussioni sulla volatilità del bitcoin e sulle sue implicazioni nel commercio di droga o armi, la sua produzione mondiale richiede ogni secondo una potenza elettrica di quasi 1,5 miliardi di watt. In termini di costo, per ogni singola transazione, corrispondente a un consumo energetico di 100 Kwh, si spendono circa 17 euro.

Ma torniamo a Francesco e al 2010. «Acquistai, per curiosità e per caso, dieci bitcoin per un dollaro ognuno all'incirca. Non sapevo cosa avessi comprato e pensavo di aver perso i miei soldi. Navigando in Internet, trovai un sito che vendeva giochi online. Accettava i pagamenti in bitcoin. Quel gioco ne costava sette. Lo comprai. In cuor mio pensai di non aver buttato all'aria i miei dieci dollari». Qui, Francesco confida di non aver compreso e preveduto, ovviamente, l'aumento di valore esponenziale che avrebbe potuto ottenere quello che considerava un mero numero su uno schermo. Gli restano tre bitcoin che «conservo dice nel mio wallet (portafogli, ndr) elettronico di criptomonete. Ma è possibile tenerli anche in un portafogli sul computer, meno sicuro perché se si formatta il pc, perderei tutto». Con il passare del tempo, inizia a capire il potenziale di una criptomoneta virtuale e scarica sui suoi dispositivi elettronici programmi per monitorare andamenti e valori, giorno per giorno. Si definisce «indeciso» quando gli si chiede cosa farà con i bitcoin residui. «Non so se tenerli ancora o venderli». Su quest'ultima ipotesi, aggiunge: «Forse avrei dovuto quando un bitcoin valeva diciottomila dollari. Era il sette gennaio, cinque giorni fa. Una data che non dimentico».

Intanto, Francesco, negli ultimi tempi, ha acquistato altre criptomonete. «Ho Litecoin, Ethereum, Ripple, Ether Banking. Se sommiamo il valore di tutte, otteniamo circa quarantaduemila euro, a fronte di un investimento totale di duemila, più o meno».
Ma non è tutto oro quel che luccica. Tanti sono i rischi e Francesco lo sa. «Temo avverte che sia tutta una bolla speculativa e che le criptomonete, domani, spariscano e tanti di noi avranno perso parecchi soldi».
 
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