Giugliano: degrado campo rom,
è allarme epidemia

Giugliano: degrado campo rom, è allarme epidemia
di Cristina Liguori e Ettore Mautone
Mercoledì 19 Settembre 2018, 22:58
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Lesioni cutanee e vescicole purulente sulle mani: sono i sintomi accusati da due minori del campo rom di Giugliano (ponte Riccio) che hanno messo in allarme medici e volontari attivi in quell’area. Dopo i primi controlli al pronto soccorso dell’ospedale di Giugliano (dove si sospettava la leptospirosi) l’invio al Cotugno per esami e colture più approfonditi sull’intera famiglia. Quindi il responso: la positività allo streptococco Beta emolitico piogenico riscontrato in un ragazzo di 14 anni in fase acuta. Il rischio contagio ha fatto temere il peggio. 
I RISCHI
Dal Cotugno gli infettivologi chiariscono che lo streptococco beta emolitico di tipo A può causare manifestazioni acute come quelle registrate da uno dei due bambini del campo. Non si esclude la possibilità di febbre, infezioni ai reni e alla gola e scarlattina. Il microbo, se non curato in tempo e in condizioni cliniche compromesse, può diffondere nei diversi distretti dell’organismo e anche indurre una sepsi grave. A distanza di settimane dal primo episodio acuto, è poi probabile che i pazienti infettato lamentino lesioni croniche (come è probabile sia avvenuto sul fratello più piccolo del ragazzo rom). «Le infezioni da streptococco beta emolitico di gruppo A – aggiunge un infettivologo dell’ospedale collinare - vengono trasmesse mediante inalazione di microgoccioline di saliva infette semplicemente attraverso starnuti e colpi di tosse. Per questo occorre intervenire con terapie mirate e sulle condizioni che hanno generato la recrudescenza del microbo che di solito convive senza danni con il nostro organismo».
IL DEGRADO
Il campo Rom situato lungo la circumvallazione esterna, il cosiddetto «fosso», è in condizioni igienico sanitarie disastrose. Il degrado, immondizia, e topi la fanno da padrone. «Abbiamo allertato subito la Prefettura, il Comune e l’Asl – avverte Pina Tommasielli, medico di famiglia, impegnata con le cooperative nei programmi vaccinali e attiva anche con l’associazione Nuovi orizzonti – e chiesto un intervento urgente al Comune per le bonifiche. Ci siamo rivolti anche all’Unicef». Per I residenti del campo è stato messo in atto un protocollo di profilassi, da parte della Asl, che prevede la somministrazione di antibatterici per scongiurare epidemie. Èiniziata anche un’indagine epidemiologica per comprendere le modalità di diffusione del batterio. I medici attendono i risultati per avere un quadro più preciso della situazione in tutto il campo rom. 
LO SCENARIO
Nel campo di Giugliano vivono, in pessime condizioni igienico sanitarie, 350 persone di cui 200 sono minori e 100 in età prescolare (da 0 a 6 anni) e dunque fragili. Per questo si prosegue con i programmi di profilassi. In Prefettura sono depositati circa 700mila euro da utilizzare per la realizzazione di un eco-villaggio, ma non sono sufficienti. Sollecitato dalle altre associazioni di volontariato un tavolo tra sindaco e prefetto per individuare aree e immobili dismessi in cui garantire condizioni di vita migliori e avviare i minori alle attività sociali e alla scuola. La Asl ipotizza che proprio lo stato di sporcizia e le condizioni di vita disumane, dei bambini, costretti tra rifiuti e topi, abbiano aperto un varco all’infezione, arginata con le terapie in atto e i controlli all’ambulatorio per stranieri temporaneamente presenti. Ma l’unica strada maestra per voltare pagina sono la bonifica e la ricerca di sistemazioni alternative in piccoli gruppi in aree da individuare tra Comune e prefettura avviando anche azioni di avvio alla scuola e di integrazione sociale. 
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