Commissario Sanità, lite Lorenzin-De Luca

Commissario Sanità, lite Lorenzin-De Luca
di Ettore Mautone
Giovedì 19 Gennaio 2017, 23:20
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 Semaforo rosso, del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, alla richiesta di via libera del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ad assumere il ruolo di commissario regionale per la Sanità. Lo stop ieri, a margine della Conferenza Stato-Regioni, dove De Luca ha preso la parola per ricordare da un lato il venir meno dell’incompatibilità del doppio ruolo governatore e commissario, (in base alle norme approvate in finanziaria) e dall’altro per reiterare la richiesta di superamento del commissariamento. Una posizione ufficiale già presa poche ore prima con una lettera indirizzata sia al premier Paolo Gentiloni sia allo stesso ministro. Il ministro gela le aspettative del governatore.

«De Luca non sta facendo mistero di voler diventare commissario alla Sanità della Regione Campania, sono mesi che lo chiede – ha replicato il ministro Lorenzin – io però ricordo che c’è una legge che prevede che il controllore e il controllato non siano la stessa persona. Poi in Parlamento, con un emendamento, si dà la possibilità al governo di rivedere in determinate condizioni questa norma. Ma è una scelta del governo». Insomma, il fatto che sia stato nuovamente previsto che un presidente di Regione possa guidare la Sanità non comporta alcun automatismo. «In generale - ha detto Lorenzin - le Regioni con commissariamento sono molto complicate e la parte politica ha un grande ruolo per il raggiungimento di obiettivi complessi che tuttavia si possono conseguire. Un esempio è quello dell’Abruzzo, prima regione ad uscire dal commissariamento.

Qui si sono seguite procedure definite». Peraltro, ha osservato la Lorenzin, la situazione della Sanità in Campania è tale da richiedere ancora una fase di accompagnamento. «Il nostro obiettivo in Campania - ha concluso il ministro – è aumentare i risultati relativi alla griglia dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) che in Campania sono disastrosi». E la Campania è ultima nella classifica dei Lea. De Luca prende spunto proprio dalla disastrosa situazione dei Lea per rivendicare la nomina. La replica al ministro è affidata al suo consigliere della Sanità Enrico Coscioni. «Bene, dopo otto anni di commissari nominati dal governo, questi sono i risultati. È il migliore argomento - ha detto Coscioni - a favore della necessità di andare oltre i commissari.

Quanto al riferimento al conflitto tra controllore e controllato, chi ha nominato commissari i presidenti di Regione fino al 2015? Oggi non ci sono impedimenti legislativi perché il presidente della Regione torni ad essere commissario ad acta della sanità, proprio per dare risposte concrete ai cittadini». Uno scontro, quello tra governo e Palazzo Santa Lucia, che richiama i recenti attriti sul caso Nola dove il governatore ha puntato il dito sui livelli apicali organizzativi, (lodando invece i medici in trincea) mentre il ministro, dopo aver inviato i Nas, si è schierato a spada tratta a favore dei camici bianchi (tutti), stigmatizzando le carenze organizzative della sanità campana e delle reti dell’emergenza emerse dalle relazioni dei commissari.

Sullo sfondo resta una sanità che a fronte di un finanziamento pro-capite più basso del Paese, è ancora piena di ombre: dai contratti con i centri privati ancora al palo (che i commissari non anno ancora condotto in porto), alle reti dell’emergenza per ictus, infarto e trauma da mettere in pista; dalle assunzioni che procedono con difficoltà per ripopolare Asl e ospedali dopo 10 anni di tagli al riordino della medicina di base e distrettuale; fino al pieno decollo delle attività ospedaliere nelle Università e delle attività di prevenzione primaria (stili di vita, vaccinazioni) e secondaria (screening e piano oncologico) il cui grave ritardo pesa in termini di vita media e morti evitabili che relegano la Campania a fanalino di coda.
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