Caivano, l’altra battaglia: «Giù le mani dallo stadio, fermate la demolizione»

Al posto del Faraone previsto un parco: l’impianto è inagibile e chiuso da 15 anni

Gli striscioni
Gli striscioni
di Antonio Parrella
Martedì 17 Ottobre 2023, 23:45 - Ultimo agg. 18 Ottobre, 07:20
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«Giù le mani dallo stadio Faraone». È la scritta sui manifesti affissi sui muri di Caivano e all’esterno dello storico impianto di via Diaz, che annuncia una petizione popolare per salvarlo dalla definitiva scomparsa. Al suo posto sarà realizzato un parco verde. Un progetto già approvato dall’ex amministrazione comunale, guidata dal sindaco Enzo Falco (poi sfiduciato dalla sua maggioranza), e finanziato con un milione di euro con i fondi del Pnrr. 

Per scongiurare la demolizione dello stadio in una città dove l’impiantista sportiva è già di per sè carente, è stata lanciata una raccolta di firme, promossa dal circolo della Boys Caivanese, che sarà inviata al ministro per lo Sport Andrea Abodi, al presidente del Coni Giovanni Malagò, al commissario straordinario Fabio Ciciliano e ai commissari prefettizi del Comune. L’obiettivo è salvare e rilanciare lo stadio, così come si sta facendo per il centro sportivo «Delphinia» del Parco Verde, sul cui recupero c’è l’impegno del governo: domani, a Palazzo Chigi, sarà presentato il progetto di riqualificazione. 

Le firme saranno raccolte presso le sedi della Boys Caivanese e delle scuole calcio Satellite e Sporting Caivano. «Il “Faraone” è stato teatro di straordinarie imprese sportive - sottolinea Giacinto Russo, patron della Boys Caivanese ed ex senatore -.

Su questo terreno di gioco la squadra cittadina ha disputato entusiasmanti campionati di calcio di Eccellenza e di serie D, trionfando, tra l’altro, anche nella Coppa Italia Dilettanti».

Da notare che il “Faraone” è stato off-limits dal 2003 al 2008, dopo che durante un blitz delle forze dell’ordine in una botola sotto le panchine furono rinvenute delle armi ritenute appartenenti a un clan locale. Poi, dopo una breve riapertura, è rimasto sempre chiuso. Lo scorso agosto una parte della struttura è stata sottoposta ad un sequestro da parte dei carabinieri della locale compagnia, per consentire le indagini relative allo stupro delle due bambine di 10 e 12 anni del Parco Verde. 

Intanto il commissario prefettizio Gianfranco Tomao ha siglato il contratto con la ditta appaltatrice dei lavori. «L’area sulla quale fu realizzato il “Faraone” - precisa Russo - fu donata quasi un secolo fa dall’omonima famiglia al Comune con la clausola dell’esclusivo utilizzo di costruirne uno stadio».

Comunque i documenti della donazione che, verosimilmente, potrebbero cambiare le carte in tavola, pare siano al momento introvabili. «Non si ripristina la legalità sottraendo spazi pubblici e servizi sportivi e ludici alla comunità - chiosa Russo - a maggior ragione se la struttura in questione rappresenta l’unico impianto con requisiti adatti per svolgere attività sportive e ricreative, che vedono coinvolti anche migliaia di ragazzi e giovani del territorio. Il ripristino della legalità, che resta il faro della nostra azione quotidiana, andava garantito attraverso la riapertura del campo e l’assegnazione dello stesso al Coni oppure, in alternativa, a gruppi sportivi dello Stato, che di certo ne avrebbero garantito la fruibilità in piena sicurezza e nel rispetto assoluto del principio di legalità». 

Replica l’ex sindaco Falco. «Nel programma amministrativo del 2020, la coalizione di centrosinistra che ho guidato aveva scritto a chiare lettere che al posto del campo “Faraone”, chiuso da 15 anni, intendeva realizzare un’area verde a servizio dei popolosi quartieri di Cappuccini e Fabbriche Nuove. Il nuovo campo volevamo realizzarlo nell’area ex Risan di proprietà comunale. Dissi anche in consiglio comunale che se ci fosse stato un documento vincolante, avrei avuto la possibilità di non rispettare il vincolo di mandato. Hanno avuto due anni di tempo per presentarlo, ma finora nulla è stato prodotto e non ci si può ricordare della questione dopo quindici anni di chiusura. Ora non è più tempo di polemiche. Concentriamo piuttosto le forze a che il commissario governativo Fabio Ciciliano, che ha i poteri e le risorse adeguate, realizzi un campo sportivo moderno».

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Ieri, intanto, è stata nominata la commissione straordinaria dopo lo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose. I commissari sono Filippo Dispenza, prefetto a riposo, Simonetta Calcaterra, viceprefetto, e Maurizio Alicandro, dirigente di II fascia a riposo.

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